Province al collasso, venerdì è sciopero

Presidio a Perugia in via Palermo dalle 9, in concomitanza con lo sciopero Colussi: «Per occupazione e salari, nonché in difesa dei servizi pubblici per tutti i cittadini»

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Sarà una giornata di protesta quella del 6 ottobre per il personale delle Province e Città Metropolitane di tutta Italia. I sindacati del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil hanno infatti proclamato per venerdì prossimo lo sciopero nazionale per l’intera giornata di tutto il personale.

Situazione drammatica Alla base della protesta, spiegano i sindacati, «c’è la situazione di estrema difficoltà di questi enti, denunciata ormai da tempo dai sindacati, che chiedono risorse finanziarie per garantire i servizi pubblici in ambiti fondamentali quali ambiente, trasporto, viabilità, edilizia scolastica e polizia provinciale».

Mancano le risorse Anche in Umbria i sindacati denunciano «forti difficoltà di sostenibilità finanziaria di entrambe le Province, private non solo di risorse economiche, ma anche umane e strumentali, e che, nonostante l’esito del referendum, devono ancora fare i conti con una politica del governo che non tiene conto della ‘bocciatura’ totale della riforma istituzionale avviata nel 2014. Una riforma che non ha portato la tanto decantata riduzione delle spesa pubblica, ma solo disservizi ai cittadini a scapito del pubblico servizio, delle professionalità e competenze messe a disposizione dai dipendenti».

La manifestazione Oltre alla partecipazione al sit-in organizzato a Roma davanti a Montecitorio, i sindacati del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria organizzeranno un presidio sotto la sede della Provincia di Perugia (in Via Palermo) a partire dalle 9 e si uniranno in solidarietà e sostegno ai lavoratori della Colussi in sciopero per difendere i propri posti di lavoro: «Perché tutte le vertenza in atto nella nostra regione – a partire da quella in difesa della Perugina, per la quale sabato anche i lavoratori pubblici manifesteranno in piazza Matteotti a Perugia, devono intrecciarsi, senza distinzione tra pubblico e privato, in difesa dell’occupazione, dei salari, dell’economia e dello sviluppo economico del nostro territorio, nonché in difesa dei servizi pubblici per tutti i cittadini».

 

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