Psicologia in ospedale: «Contributo per cure»

Il 3 maggio alla Facoltà di medicina di Terni un convegno organizzato dal Servizio psicologia ospedaliera del Santa Maria

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Il ruolo della psicologia in un ospedale in termini di contributo all’umanizzazione e all’efficacia delle cure. Se ne parlerà il 3 maggio – dalle 8 alle 13 – nella sala conferenza della Facoltà di medicina di Terni durante il convegno organizzato dal servizio di psicologia dell’Azienda ospedaliera Santa Maria diretto dal dottor David Lazzari, a venti anni esatti dalla sua attivazione.

Il convegno Dopo gli interventi introduttivi del direttore generale Maurizio Dal Maso e del dottor David Lazzari, direttore del Servizio di psicologia dell’ospedale di Terni oltre che presidente dell’Ordine degli psicologi dell’Umbria, saranno presentati i temi e i dati generali dell’attività psicologica presso l’Azienda ternana ed altre esperienze italiane come quella al Sant’Anna di Brescia, approfondendo alcune linee di lavoro con discussione multiprofessionale di casi clinici e protocolli. Verranno inoltre presentate le attività per il personale, il volontariato e del centro di ascolto.

Il dottor Lazzari «Il servizio di psicologia ospedaliera di Terni rappresenta ormai una realtà consolidata, sono vent’anni quest’anno che è stato istituito – spiega il dottor Lazzari – e per quanto mi riguarda quasi trent’anni di lavoro ospedaliero. Il nostro modello, che prevede lavoro clinico su utenti e caregiver ma anche lavoro su formazione e supporto del personale e sul clima organizzativo aziendale, customer satisfaction e accoglienza, è stato preso a riferimento in tutta Italia. Nel 2015, inoltre, abbiamo aperto il primo Centro di ascolto psicologico ad accesso diretto in un ospedale italiano, una esperienza che sta andando molto bene e di cui durante il convegno forniremo un bilancio di attività».

Il Centro di ascolto psicologico Dall’inizio del 2017 al primo trimestre 2018 il Centro di ascolto psicologico ha seguito 404 persone, di cui il 72% donne; si tratta di persone che si sono rivolte al servizio per se stesse (78,5%) o per i propri familiari (21,3%), nel 56% dei casi la richiesta è stata motivata da una patologia non organica, in particolare per disturbi psicologici (44,3%), per gestione della patologia (40,6%), disagio psicorelazionale (12,4%) o stress da cure invasive. Nel 57,4% dei casi le persone sono state inviate al servizio psicologico ospedaliero, nel 16,6% ai servizi territoriali, nei restanti casi si è trattato di counseling.

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