Registro tumori umbro rischia di sparire

Diminuzione delle risorse e ‘taglio’ delle attività. In scadenza convenzione tra Regione Umbria e Università: «Ripensare l’assetto»

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Alla luce di una forte diminuzione delle risorse, la prosecuzione delle attività del Registro tumori in Umbria è in forte discussione. La convenzione tra l’Università e la Regione Umbria – che è stata la prima in Italia ad attivare il Registro tumori nel 1993 – è in scadenza ad ottobre, ma alcune attività sono già state ‘tagliate’. Per ripensare l’attuale assetto Fabrizio Stracci, coordinatore scientifico della sezione di igiene e sanità pubblica del dipartimento di Medicina sperimentale dell’Università degli studi di Perugia in audizione in terza commissione del consiglio regionale.

Fabrizio Stracci

I tagli «Il Registro tumori, pubblico e consultabile da chiunque attraverso il sito internet, è una struttura altamente complessa che reperisce dati da diverse fonti regionali», spiega Stracci ad umbriaOn. «I settori su cui va ad incidere l’attività di un centro interaziendale di epidemiologia sono molteplici: interventi ad elevato impatto sul servizio sanitario come lo screening cardiovascolare, percorsi diagnostici terapeutici assistenziali dedicati alle patologie, controllo su fenomeni come le infezioni correlate all’assistenza o l’accesso in strutture sanitarie e gestione del pronto soccorso ospedaliero». Il Registro tumori «è necessario perché in nessuna struttura ospedaliera, pubblica o privata, c’è l’obbligo di archiviare i dati relativi alla diagnosi e alla cura dei tumori. Se si vuole sorvegliare l’andamento della patologia oncologica occorre quindi che qualcuno si assuma il compito di andare a ricercare attivamente le informazioni, le codifichi, le archivi e le renda disponibili per studi e ricerche. La forte diminuzione delle risorse, da 380 mila a 180 mila euro, ha già comportato l’esclusione dalla convenzione di tutte le attività relative alla salute materno infantile».

«Ripensare l’assetto» In commissione è stato discusso un ripensamento dell’attuale assetto realizzando, con la sezione di sanità pubblica dell’Università di Perugia e con le aziende ospedaliere e le Usl, un unico centro interaziendale che ottimizzi l’impegno di tecnologie, personale e costi dedicati alle attività di sorveglianza epidemiologica. «Sarà necessario adottare provvedimenti per far sì che l’attività di raccolta ed elaborazione dati non subisca interruzioni e non vanifichi il lavoro fin qui svolto – è stato sottolineato dal presidente Attilio Solinas e dai consiglieri Carla Casciari e Giacomo Leonelli (PD) – anche perché si è rivelato essenziale per le attività di programmazione sanitaria e per l’organizzazione del servizio sanitario regionale». Immediata la risposta del professor Stracci: «Ritengo che l’istituzione di un centro strategico regionale di sanità pubblica ed epidemiologia a carattere interaziendale e interistituzionale offrirebbe l’opportunità di fornire le informazioni utili all’ottimizzazione della gestione del servizio sanitario regionale, razionalizzando costi e personale in carenza di risorse». Al termine dell’audizione, il presidente Solinas ha detto che «una Regione avanzata come la nostra non può fare a meno di attività che hanno consentito alla sanità umbra di lavorare in maniera più efficace, trattandosi non della mera raccolta ed elaborazioni dati relativi ai tumori, ma incidendo efficacemente sull’organizzazione del servizio sanitario».

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