Reti idriche e amianto: «Fare verifiche»

La Cgil Umbria torna a chiedere un intervento di monitoraggio e bonifica: «Prevenzione per salute dei cittadini e nuovo lavoro di qualità»

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Un intervento di monitoraggio e di bonifica in relazione all’amianto. A chiederlo – non per la prima volta – con forza è la Cgil Umbria: focus sulla prevenzione per la salute dei cittadini e la creazione di nuovo di qualità.

L’ALLARME DI NOVEMBRE SU PERUGIA

Vasco Cajarelli

Tumori e necessità d’intervento La Cgil in premessa spiega che si è allargata la tipologia di tumori dovuti all’amianto: mesotelioma pleurico, ma non solo, visto che sono stati riconosciuti anche tumori al polmone, alla laringe e al fegato. «Da recenti studi condotti in particolare nella regione Emilia Romagna dall’equipe del professor Giovanni Brandi, ordinario di oncologia all’università di Bologna, si sono scoperte fibre di amianto nell’acqua potabile. Un allarme che riguarda anche l’Umbria, come già denunciato dalla Cgil e poi confermato dallo stesso presidente di Umbra Acque, la più grande azienda regionale che gestisce le reti idriche di 38 comuni».

La richiesta «Come Cgil, Cisl e Uil abbiamo – spiega Vasco Cajarelli della Cgil – già chiesto da tempo alla Regione e a tutti i soggetti coinvolti una verifica puntuale della situazione visto che, ad esempio, in Emilia Romagna, un attento monitoraggio ha portato alla luce la presenza di amianto nel 26% della rete idrica di quella regione. Questo non solo nell’ottica di una prevenzione per la salute dei cittadini, ma anche per la creazione di nuovo lavoro di qualità, perché non è possibile procedere ai ritmi attuali di bonifica, che richiederebbero moltissimi anni per la sostituzione integrale delle tubature in amianto».

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