Rischio sismico, fondi all’ospedale di Perugia

Stanziati quasi 9 milioni di euro per la messa in sicurezza, dal punto di vista sismico, del Santa Maria della Misericordia

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Un investimento di quasi 9 milioni di euro per mettere in sicurezza, dal punto di vista sismico, l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. La giunta regionale, nella sua ultima seduta, su proposta dell’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Chianella, ha deliberato la concessione di un contributo di 4.833.902 euro, al quale sarà aggiunto il cofinanziamento di 4.093.466 euro da parte dell’azienda ospedaliera, per il miglioramento sismico e la messa in sicurezza dell’ospedale perugino.

I finanziamenti «E’ un investimento molto importante – ha spiegato l’assessore Chianella – che la Regione ha inserito nel programma di prevenzione del rischio sismico su edifici pubblici strategici o rilevanti. L’intervento è finanziato con i fondi provenienti da un prdinanza della Protezione Civile, che, dal 2011 fino al 2014, ha permesso di avviare ben tre programmi di opere pubbliche, comprendenti 18 interventi di miglioramento sismico o rafforzamento locale di edifici pubblici per quasi 16 milioni di euro di contributo regionale».

La sicurezza Per la quarta annualità del Fondo la Regione ha individuato «l’edificio che contiene il blocco degenze e i servizi divisioni dell’ex Silvestrini – ha proseguito l’assessore -, per un completamento effettivo di un grande intervento di messa in sicurezza degli edifici più vecchi del nosocomio perugino che risalgono agli anni ’70». L’intervento sarà cofinanziato dall’azienda ospedaliera «e inciderà sul versante strutturale degli edifici interessati ai lavori che così potranno raggiungere coefficienti di sicurezza pari a quelli di un edificio nuovo».

Disagi contenuti Giuseppe Chianella ha concluso sottolineando che «tutti gli interventi in programma saranno effettuati senza interrompere il funzionamento dei servizi ospedalieri, a parte qualche inevitabile interruzione limitatissima nel tempo che però l’azienda cercherà di gestire senza creare grandi problemi ai pazienti e agli operatori sanitari».

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