Rogo ThyssenKrupp: «Espenhahn, carcere»

La richiesta di arresto sarebbe stata inviata il 14 novembre scorso dalla Procura di Essen al tribunale, che ha tre mesi di tempo per decidere: al massimo farà cinque anni

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Entro San Valentino – forse – si conosceranno le intenzioni del tribunale di Essen (Germania) in relazione alla possibile esecuzione della condanna – nove anni e otto mesi di carcere per omicidio colposo plurimo – confermata il 13 maggio del 2016 e ribadita in 19 ottobre scorso dalla Corte di cassazione – nei confronti di Harald Espenhahn, l’ex amministratore delegato della ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni, per il rogo del dicembre 2007, dove morirono sette operai.

Condanna ‘adattata’ Il 14 novembre, infatti, secondo le autorità diplomatiche italiane in Germania, la Procura generale di Essen avrebbe richiesto l’esecuzione della sentenza e quindi l’arresto di Harald Espenhahn. A partire da quella data il tribunale di Essen ha 90 giorni per applicare le misure cautelari prevista, anche se Espenhahn non sconterà mai l’intera condanna, visto che il codice penale tedesco prevede al massimo cinque anni di carcere per l’omicidio colposo.

Mancano delle carte Diversa ed ancor più complicata la situazione relativa al secondo manager tedesco condannato: la memoria difensiva dagli avvocati Gerald Priegnitz – sei anni e tre mesi la pena inflitta – attuale direttore finanziario della ThyssenKrupp Global Shared Services, non è mai stata inviata alla Procura del Nordreno-Vestfalia e senza quelle carte la richiesta di arresto non potrà nemmeno partire.

In Italia Da un anno e mezzo sono invece in carcere i quattro manager italiani condannati e, in particolare a Terni, Marco Pucci (lui per lavorare alle Fucine Umbre) e Daniele Moroni (alla Mascio Engineering) possono lasciare la casa circondariale alle 10,30 del mattino e devono farvi ritorno alle 18,30.

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