Sangemini, è scontro: «Sciopero e azione legale»

Lo ha deciso l’assemblea dei lavoratori dopo l’incontro con l’azienda. Sindacati e rsu: «Basta provocazioni, tornare al Mise»

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Si inaspriscono ulteriormente le relazioni sindacali alla Sangemini-Amerino, dopo l’incontro in videoconferenza di lunedì in cui un consulente della proprietà ha annunciato prospettive di ristrutturazione dei costi e riorganizzazione del lavoro per i siti umbri e per quelli della Gaudianello. L’assemblea dei lavoratori, riunita martedì, ha deciso non solo di aderire allo sciopero proclamato a livello nazionale – dunque per tutti gli stabilimenti del gruppo Acque Minerali d’Italia – da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil per il 12 novembre, ma anche di affidarsi ai legali delle stesse sigle sindacali per «verificare l’opportunità di un’azione di responsabilità nei confronti dell’azienda».

L’appello alle istituzioni

Durante l’assemblea è stato sottolineato come la call di lunedì sia stata «totalmente privo di contenuti», in mancanza della presentazione di alcun piano. Nonostante ciò, le segreterie provinciali delle tre organizzazioni sindacali e le rsu bollano come «provocazioni da parte della direzione» gli annunci di ristrutturazione e riorganizzazione. «Come si può parlare di ristrutturazione – si chiedono – se non si ha contezza del possibile partner investitore e del piano di concordato?». Per questo, oltre all’ipotesi di adire per le vie legali, Fai, Flai, Uila e rsu sollecitano l’immediata riconvocazione dalla Regione Umbria, in particolare da parte dell’assessore Fioroni e della presidente Tesei, oltre che dei sindaci dei comuni interessati, con l’obiettivo di «coinvolgere anche il Mise». Inoltre verrà anche richiesta un’assemblea con la partecipazione delle segreterie nazionali.

Prosegue stato di agitazione

Quanto allo sciopero, che si svilupperà su quattro ore, sarà eventualmente accompagnato da mobilitazione nel rispetto delle normative Covid-19. «Le ulteriori iniziative che saranno messe in campo saranno effettuate nei giorni di cassa – concludono Fai, Flai, Uila territoriali e rsu -, i lavoratori non hanno intenzione di perdere ulteriori guadagni né di cadere in provocazioni, ciò che chiedono è il lavoro e lavorare nel totale rispetto dell’accordo del 2018».

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