Sangemini, i lavoratori temono per la tenuta del piano concordatario

Assemblea presso lo stabilimento Ami: «Non si parli di esuberi prima di un piano di rilancio. Uscite solo volontarie o incentivate»

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Continua la preoccupazione dei lavoratori della Sangemini/Amerino che giovedì si sono riuniti in assemblea per fare il punto della situazione, nel contesto – spiegano le sigle in una nota – di «un’attività produttiva che va a rilento, nonostante stia iniziando il picco di stagione». Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil ribadiscono che «la volontà dei lavoratori è quella di tutelare l’occupazione, in un territorio in cui non si possono rischiare posti di lavoro. Il timore è quello della tenuta del piano concordatario, in vista della data del 30 giugno, step fondamentale per procedere con il concordato».

«Solo uscite legate alla pensione, volontarie e incentivate»

Dall’assemblea è giunta la richiesta di «calendarizzare una serie di incontri a livello ministeriale e nazionale per entrare nel merito dei contenuti del piano e valutarne la concretezza. Come già ribadito in altre sedi, prima di parlare di esuberi è infatti necessario avere chiaro un percorso di rilancio da seguire a livello industriale per tutti i marchi». Sul piano occupazione, i lavoratori della Sangemini «non accetteranno uscite che non siano legati alla pensione, volontarie ed incentivate. La razionalizzazione del costo del lavoro va concordata e ragionata nell’arco dei cinque anni come previsto dal piano ed esclusivamente tramite l’utilizzo massimo degli ammortizzatori sociali e l’aggancio alla pensione. Le trattative, come già stabilito in sede ministeriale, dovranno procedere coinvolgendo tutto il gruppo sino a giungere ad un eventuale accordo quadro. Per la buona riuscita di questo percorso sarà fondamentale lo sblocco di risorse da destinarsi all’incentivazione». Secondo i lavoratori «le condizioni per rilanciare i siti ci sono tutte. Chiediamo solo che vengano sfruttate le risorse e i marchi storici di cui si è a disposizione. Nel caso in cui le cose non dovessero risolversi positivamente, saremo pronti a mettere in campo ogni azione per tutelare i posti di lavoro».

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