Si è concluso venerdì pomeriggio, di fronte alla corte d’assise di Terni, il processo di primo grado relativo a quattro delle sette persone coinvolte nell’indagine con cui la squadra mobile della questura di Terni – era il marzo del 2017 – aveva fatto luce su una torbida vicenda di droga, conclusasi con il sequestro di un 32enne etiope, condotto con la forza da Terni a Civitanova Marche, per vendicare una ‘fregatura’ nella compravendita di un ingente quantitativo – un chilogrammo – di cocaina.
Le condanne Il tribunale ha condannato a 18 anni di reclusione ciascuno i due autori materiali del sequestro di persona, cugini di nazionalità macedone di 27 e 24 anni. Condannato a 6 anni anche l’intermediario – un macedone di 29 anni – dello scambio droga-soldi finito male. Assolto invece un 27enne ucraino, accusato di aver collaborato al sequestro ma la cui posizione era subito parsa defilata nel contesto dell’inchiesta. I primi due, difesi dagli avvocati Vando Scheggia, Marielvia Valeri, Simone Santoro e Gian Luigi Boschi, sono ristretti in carcere. Il terzo, assistito dall’avvocato Francesco Mattiangeli, è ai domiciliari. L’assolto era difeso dall’avvocato Ruben Tosi.
Il fatto In sei – i due cugini macedoni che avevano la disponibilità dello stupefacente, due ‘mediatori’ e i due acquirenti – si erano incontrati nel marzo dello scorso anno in un bar di Terni per mettere a punto l’affare. Gli ultimi due, però, ad un certo punto si erano dileguati con la droga, lasciando ai ‘mediatori’ una borsa nella quale, anziché i 45 mila euro pattuiti per la cocaina, c’erano solo poche banconote, mattoncini e carta straccia. I venditori, per vendicarsi del raggiro, avevano così sequestrato il mediatore etiope, portato con la forza in un’abitazione di Civitanova Marche e costretto a restare lì sotto la minaccia di una pistola. A seguito delle indagini coordinate dalla Dda di Perugia, era poi scattato il blitz della mobile ternana concluso con l’arresto delle quattro persone giudicate venerdì.