Terni, lo sequestrano per vendicare il ‘pacco’

I dettagli dell’operazione condotta dalla squadra Mobile di Terni fra l’Umbria e le Marche che ha portato all’arresto di 4 persone

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di F.T.

Il ‘pacco’, ma senza ‘doppio pacco’ né ‘contropaccotto’. Perché la risposta dei due cugini macedoni di 26 e 23 anni, raggirati la sera dell’8 marzo a Terni, era stata molto più semplice, diretta e molto meno fantasiosa: il sequestro di uno degli intermediari, 31enne di nazionalità etiope. Dopo la scoperta della ‘fregatura’, l’uomo era stato preso in ostaggio e condotto con la forza in un appartamento di Civitanova Marche. Ma l’indagine della squadra Mobile di Terni ha consentito non solo di liberare il soggetto il giorno seguente il sequestro, con il contributo degli agenti di Macerata e dello Sco, ma anche di ricostruire – con tanto di arresti – l’intera vicenda nata da una cessione, finita male, di un chilogrammo di cocaina.

SEQUESTRO DI PERSONA, TERNI INDAGA E ARRESTA

L’accordo I due cugini macedoni, contattati dal 31enne etiope e da un altro intermediario – 32enne del Senegal – per conto di due soggetti di origini africane non meglio identificati, si erano incontrati con quest’ultimi e con il primo in un bar di Terni per stabilire le modalità dello scambio. I macedoni giunti dalle Marche avrebbero messo a disposizione l’ingente quantitativo di droga, in cambio di 45 mila euro in contanti.

La scoperta Ma all’atto dello scambio nel bar di Terni, i due acquirenti si erano dileguati uno alla volta – il primo aveva accampato ‘scuse’ di lavoro e l’altro si era portato via lo stupefacente per farlo vedere ad un amico ‘esperto’ – lasciando da solo il ‘mediatore’ etiope che per il suo lavoro avrebbe dovuto incassare 5 mila euro. Il problema è nato quando i due cugini macedoni si sono accorti che al posto dei 45 mila euro, nella borsa lasciata da uno dei due acquirenti al 31enne, c’erano solo alcune banconote da 50 euro incellophanate con dei mattoncini, oltre a parecchia carta straccia.

L’allarme Un problema non di poco conto, ‘risolto’ dai due con il sequestro del 31enne etiope, condotto fino a Civitanova a bordo di una Mercedes e tenuto in un appartamento sotto la minaccia di una pistola, senza possibilità di muoversi. È a questo punto che è entrato in scena l’altro ‘mediatore’, il 32enne senegalese, da sempre al corrente della compravendita pattuita e che, preoccupato per la sorte dell’amico, è andato in questura il giorno stesso della sua scomparsa, per denunciarla.

Il blitz Al resto ci hanno pensato gli investigatori della sezione antidroga della squadra Mobile di Terni, coordinati dal dirigente Alfredo Luzi, che come prima ‘mossa’ – a seguito di intercettazioni e appostamenti – sono giunti fino a Civitanova liberando l’etiope e arrestando i due cugini. Poi si sono occupati di ricostruire la vicenda, risalendo allo scambio di droga andato male e arrestando un altro macedone, 28enne, che oltre ad avere un ruolo centrale nel traffico dello stupefacente fra l’Umbria e le Marche, avrebbe – anche dopo la fine del sequestro – proseguito con le minacce per avere indietro la droga o, in alternativa, ottenere i soldi.

Arrestati e indagati Più defilata la posizione di un altro straniero, ucraino di 26 anni, arrestato al momento del blitz della Mobile di Terni nelle Marche ma poi risultato – pur coinvolto – più marginale degli altri nel contesto del fatto criminale portato alla luce dal procuratore distrettuale antimafia di Perugia, Giuseppe Petrazzini. Nei confronti del 26enne il gip di Perugia, Valerio D’Andria, ha applicato la misura dei domiciliari. Infine i due ‘mediatori’ africani sono stati entrambi indagati, con applicazione dell’obbligo di dimora a Terni, per aver avuto un ruolo chiave nella compravendita della cocaina. La loro collaborazione, in fase d’indagine, non è tuttavia sfuggita agli inquirenti che hanno potuto così risolvere e ricostruire un caso che, solo grazie alla tempestività di polizia e procura, non è finito nel sangue.

Interrogatori I due cugini macedoni, difesi dall’avvocato Massimo Proietti di Terni, si trovano reclusi nel carcere di Ascoli Piceno e lunedì mattina si è tenuto il loro interrogatorio nel quale hanno respinto ogni responsabilità, soprattutto quelle relative al reato di sequestro di persona. Allo stesso modo il terzo giovane – 28enne – di nazionalità macedone arrestato dalla Mobile, detenuto in carcere a Terni e sentito venerdì scorso dal gip per rogatoria, ha negato ogni addebito. Quest’ultimo è difeso dall’avvocato Francesco Mattiangeli.

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