Sibillini: trasferito un camoscio nel parco

Intervento dei tecnici specializzati, che hanno sedato l’animale e gestito il trasporto. Lo spostamento è stato necessario per evitare la riproduzione fra consanguinei

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Si chiama Berro, ha due anni e mezzo, è un camoscio che adesso vive nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, grazie all’intervento dei tecnici specializzati del Parco nazionale dei Monti Sibillini, che hanno addormentato l’animale per poi trasferirlo nell’area assegnatagli, dove già vivono altri camosci.

IL VIDEO DELLA LIBERAZIONE

Operazione riuscita L’operazione si è svolta in totale sicurezza grazie anche al supporto dei responsabili dell’area faunistica e dei carabinieri forestali. Il camoscio ha reagito perfettamente alla cattura messa in atto con competenza dal medico veterinario del Parco, Federico Morandi: «L’operazione rientra nell’ambito della gestione del camoscio appenninico che il Parco dei Sibillini ha intrapreso insieme ad altri Parchi nazionali e regionali, che prevede degli scambi periodici di esemplari per cercare di ridurre al massimo la consanguineità. Per la cattura si è innanzitutto reso necessario indurre lo spostamento dei camosci in un sub recinto e, una volta individuato il momento giusto, si è provveduto ad addormentare l’animale con la telenarcosi. Berro ha potuto affrontare in totale sicurezza il viaggio prima di essere liberato nell’area faunistica di Farindola». Ad oggi la popolazione di camosci presente in natura nei Sibillini è di circa 130 individui, che vivono prevalentemente nell’area del Monte Bove.

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