Sin ed ex discarica di Papigno: «Che fine ha fatto la bonifica? Qui solo degrado»

Il segretario del circolo Pd, Piccinini, interviene sulla situazione ambientale della zona

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di Sandro Piccinini
Segretario del circolo Pd Marmore

Siamo ormai giunti a quasi 20 anni da quando, attraverso un’ordinanza comunale, veniva chiusa l’area dell’ex discarica di Papigno a seguito delle analisi effettuate nel sottosuolo. In quel luogo, dove circa 20 anni prima venne realizzato un campo di calcio e uno spazio polifunzionale utilizzato da numerosi atleti e cittadini, è peraltro sepolto ormai da una folta vegetazione anche il monumento realizzato dal compianto scultore papignese Gianni Manzini in memoria di Giampaolo Spadoni, ciclista deceduto in giovane età.

Oggi continuiamo a leggere di burocrazia, studi, ricerche, progetti, di uno scaricabarile assurdo tra gli enti, di risorse che sarebbero sì disponibili – parliamo di circa 3 milioni di euro stanziati dal ministero competente – ma ad oggi ferme all’interno di qualche cassetto in Regione, a Perugia.

Tralasciando le varie ipotesi che nel corso di questi lunghi anni si sono succedute, ad esempio quella della fitodepurazione, come circolo Pd non possiamo non rilevare come a nostro avviso si sia irrimediabilmente persa l’occasione del Pnrr, opportunità che crediamo poteva arricchire e dare continuità al percorso di sviluppo sostenibile di cui la tutta la nostra città ha bisogno, con risvolti anche in termini occupazionali.

Chiediamo pertanto di conoscere a che punto sia oggi l’intero iter relativo alla bonifica dell’ex discarica di Papigno, se ci sono adempimenti in essere e di conoscere eventualmente i progetti che l’amministrazione Bandecchi intende avviare per riqualificare e ‘riambientare’ una zona di straordinaria importanza per l’intero comprensorio ternano.

Con l’occasione sottolineiamo anche l’impellente necessità di procedere almeno ad una bonifica della ‘foresta di Sherwood’ oggi presente sopra l’ex discarica in via Galleto e in via Carlo Neri, dove la vegetazione è arrivata a fuoriuscire dalle mura perimetrali dell’ex stabilimento di proprietà comunale, restringendo di fatto la carreggiata e creando disagi alla visibilità e alla viabilità nei pressi della parte comunale dell’ex fabbrica.

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