Sovraffollamento ospedale Terni: «Pronti a collaborare»

Il comitato ‘Salviamo l’ospedale di Narni’: «Sempre propositivi tenendo presente, però, che non si fanno ‘nozze con i funghi’»

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di Maurizio Bazzucchi
presidente comitato ‘Salviamo l’ospedale di Narni’

Interveniamo sommessamente sull’annosa questione del sovraffollamento di reparti e servizi della azienda ospedaliera di Terni, argomento attualmente molto presente. Gli ‘attori’ in questione sono il direttore generale dottor Chiarelli, manager con pluriennale esperienza gestionale sanitaria che si è avvalso del ‘tecnico’ dottor Massimo Rizzo, responsabile processi ospedalieri.

Ebbene da quanto ampiamente riportato dai media al fine di diminuire la pressione sul Santa Maria i succitati dirigenti si sarebbero posti cinque obiettivi: ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso; diminuire il numero di ricoveri da pronto soccorso; migliorare la performance in termini di durata di degenza; riduzione dei ricoveri ripetuti; riduzione dei tempi di attesa dei pazienti in pronto soccorso. Queste dichiarazioni di intenti ripercorrono un episodio di circa 40 anni or sono quando venne rinvenuta una concentrazione di Atrazina in quasi tutte le falde acquifere della pianura Padana superiore al massimo consentito e i tecnici ministeriali risolsero l’anomalia alzando le concentrazioni massime ammesse invece che risolvere il problema all’origine, ovvero dalla provenienza.

Riepiloghiamo le criticità della succitata dichiarazione di intenti: generalmente e per definizione un accesso al pronto soccorso non è improprio finché non è valutato da medici, ovvero nessuno si diverte ad andare al pronto soccorso ed aspettare ore, soprattutto in tempi di Covid; se un medico di pronto soccorso ritiene che un paziente debba essere ricoverato, intaccare la sua autonomia decisionale professionale attraverso varie forme di condizionamento da qualsiasi parte esse arrivino sarebbe grave e non solo non deontologico; la durata della degenza è strettamente dipendente dalla rapida fruibilità di esami diagnostici strumentali e consulenze specialistiche; generalmente i ricoveri sono ripetuti quando le dimissioni sono affrettate o gli accertamenti diagnostici eseguiti solo parzialmente; i tempi di attesa in pronto soccorso sono strettamente interdipendenti da adeguato organico di medici ed infermieri ivi presenti, dalla rapidità di esecuzione di esami diagnostici e consulenze specialistiche pressoché in tempo reale.

L’ospedale di Narni, per ripetuta ammissione del suo direttore sanitario di presidio, è in tal senso a disposizione per smaltire l’eccesso di ricoveri e/o interventi chirurgici minori ed il pronto soccorso lo sarebbe altrettanto se potesse essere attivo h24 e non dalle 8 alle 20 come ora soprattutto con servizi diagnostici soprattutto strumentali, come la radiologia ove è presente anche una Tac, che coprano l’intera giornata. In sintesi, nessuno si salva da solo, è la sanità provinciale che deve fare ‘sistema’. Gli organici sono purtroppo carenti, nonostante generose erogazioni finanziarie alla Regione da parte del Ministero, sia negli ospedali di Narni-Amelia, che in quello di Orvieto, ed in quello di Terni anche se in quest’ultimo caso parlerei più di maldistribuzione per quanto riguarda il personale medico.

Senza medici ed infermieri in numero commisurato alle reali necessità della popolazione non si possono soddisfare le esigenze basilari di salute facendo proliferare la sanità privata ed in una economia impoverita come quella della ‘conca’ ternana ciò potrebbe aggravare il sovraffollamento dei pronto soccorso ove indagini strumentali vengono, giustamente, fatte in modo gratuito. Due esempi eclatanti su tutti: tre endoscopisti digestivi per tutta l’azienda Usl e due per tutta l’azienda Santa Maria, tre radiologi per gli ospedali di Narni-Amelia sono una offesa alla dignità di operatori sanitari e cittadini e di questi esempi ne potrei fare molti altri.

Teniamo a ribadire che la fattiva collaborazione del comitato non verrà mai meno ove interpellato, essa sarà sempre propositiva e di competenza specifica ma, si badi bene, senza fare sconti al alcuno, tenendo presente che non si fanno ‘nozze con i funghi’ e senza investimenti nelle risorse umane e tecnologia non solo non si risolvono le questioni pendenti ma si acuiscono. A meno che la ‘deospedalizzazione’ provinciale ternana non sia un obiettivo recondito della Regione.

Sovraffollamento ospedale Terni, ok a progetto per riduzione

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