di E.M.
Si erano fermati in un’area di sosta lungo la E45 e quando si sono accorti che i carabinieri erano sulle loro tracce, sono ripartiti a tutta velocità speronando e danneggiando l’auto dell’Arma. Il fatto è accaduto nel tardo pomeriggio di venerdì nei pressi di Collevalenza e ora i militari stanno dando la caccia ai soggetti, presumibilmente di nazionalità straniera. Solo uno di loro, un albanese di 29 anni, è stato arrestato. «Siamo di fronte a soggetti di notevole spessore criminale – ha spiegato il comandante del reparto operativo di Perugia, maggiore Carlo Sfacteria, nel corso della conferenza stampa – non si tratta di balordi o ladri occasionali ma di gente esperta e criminali ben organizzati».
La dinamica L’auto, un’Audi modello A5 di grossa cilindrata, era già stata segnalata da tempo nella zona di Perugia perché oggetto di furto: rubata a Milano lo scorso gennaio, le era stata montata una targa a sua volta rubata nella provincia di Mantova. Venerdì sera viaggiava sulla E45 con a bordo quattro persone. I carabinieri della Compagnia di Todi, coordinati dal capitano Luigi Salvati Tanagro, la stavano tenendo d’occhio e quando si è fermata nell’area di servizio per fare benzina, sono intervenuti sull’uomo che è sceso per pagare. A quel punto l’Audi, con gli altri tre a bordo, è ripartita a tutta velocità, speronando e danneggiando l’auto civetta del 112. Nessuno dei militari ha fortunatamente riportato ferite e ne è nato un inseguimento che ha visto coinvolte più pattuglie dell’Arma, pronte a dare la caccia ai soggetti.
In fuga Poche centinaia di metri dopo l’area di servizio, però, gli uomini hanno abbandonato la macchina e sono riusciti a darsi alla fuga per i campi adiacenti alla strada. «Era buio e pioveva – hanno spiegato i militari – era molto difficile continuare, ma grazie a ciò che abbiamo rinvenuto l’attività va avanti». Il soggetto che era sceso dalla macchina, invece, è stato arrestato. Si tratta di un albanese classe 1989 – P.D. le sue iniziali – sul quale pendevano già due provvedimenti restrittivi: il ripristino della custodia cautelare in carcere, dopo gli arresti domiciliari scontati vicino Piacenza, e una pena di 2 anni per ricettazione, possesso ingiustificato di armi e resistenza a pubblico ufficiale. «Ora dovrà scontare la pena già definitiva – hanno precisato i carabinieri – per i reati di ieri sera non è stato emesso fermo perché erano in piedi altre misure. Ora interverrà l’autorità giudiziaria».
La refurtiva nell’auto Le indagini proseguono a partire dall’uomo arrestato, per risalire all’identità degli altri e capire cosa ci sia dietro quella fuga che avrebbe potuto avere conseguenze più serie. Utile potrebbe rivelarsi la refurtiva trovata a bordo del mezzo, abbandonato dagli uomini che si sono dati alla fuga. Tra gli arnesi da scasso, che ora sono nelle mani dei militari per i rilievi, c’erano delle frese (su cui venivano probabilmente montate delle seghe da usare per scassinare bancomat), un piede di porco di grandi dimensioni, guanti, mascherine e scaldacollo, sui quali potrebbe essere individuato il dna degli uomini.
Le indagini «La necessaria attività preventiva sul campo – ha voluto sottolineare il maggiore Sfacteria – ha portato in questo caso all’attività repressiva». Le indagini in corso ora mireranno a capire se l’episodio di venerdì sera può essere ricondotto ai furti in abitazione che ultimamente si sono verificati nella zona di Todi. Al momento l’ipotesi è che la banda, presumibilmente composta da ‘pendolari del crimine’, era giunta in Umbria con intenzioni tutt’altro che lecite. Un gruppo di stranieri probabilmente specializzato in reati predatori e con importanti precedenti alle spalle, ma anche con qualche legame sul territorio. È probabile, infatti, che dopo essersi dati alla fuga a piedi, i tre uomini si siano fatti venire a prendere da qualcuno.