Spoleto, mini cellulare trovato in carcere

Il siciliano, assegnato al reparto Alta sicurezza, ha tentato di occultarlo nelle parti intime ma non è riuscito ad eludere i controlli della polizia Penitenziaria

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Venerdì mattina gli agenti della polizia Penitenziaria di Spoleto hanno bloccato un tentativo di intrusione di un microtelefono cellulare da parte di un detenuto durante i colloqui con i familiari. Il ristretto, di origine siciliana e assegnato al reparto Alta sicurezza, ha tentato di occultare l’oggetto di piccolissime dimensioni nelle parti intime ma non è comunque riuscito ad eludere gli accurati controlli del personale in servizio.

Il plauso del sindacato: «Professionalità»

Il segretario nazionale per l’Umbria del Sappe (Sindacato autonomo di polizia Penitenziaria) Fabrizio Bonono plaude «alla professionalità, abnegazione e astuzia che ha contraddistinto l’operato del personale di polizia Penitenziaria. Il Sappe auspica che la direzione del carcere di Spoleto attivi le procedure per la Commissione ricompense del dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria affinché venga concesso il giusto riconoscimento al personale interessato». Un plauso arriva anche da Donato Capece, segretario generale del Sappe, che sottolinea come «il rinvenimento sia avvenuto grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità del personale di polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Spoleto». Capece ricorda anche come «sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo».

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