«Spoleto verso Terni», nuove iniziative

Dopo i comitati sorti nelle due città, arrivano anche le prese di posizioni politiche. Melasecche (IlT): «Macroregioni, decisione sbagliata presa da Perugia»

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Per qualcuno è «una provocazione», ma il lavoro del comitato che vorrebbe spostare Spoleto in Provincia di Terni – giovedì è stata convocata la prima assemblea aperta  – in un ristorante lungo la Flaminia a «tutti i cittadini, i politici, le associazioni dei comprensori di Spoleto, Terni e provincia, Valnerina e Campello» – va avanti.

L’assemblea Quella programmata per le ore 19 di giovedì, spiegano gli organizzatori, «sarà occasione per definire le strategie da mettere in atto al fine di difendere gli interessi dell’Umbria del Sud, ma anche costituire i comitati territoriali, spiegare bene come funziona lo strumento del referendum consultivo e organizzare una serie di iniziative sui tutti i territori interessati», con l’obiettivo di «fare rete trasversalmente intorno ai reali interessi di questo vasto territorio, che guarda in maniera naturale verso il Lazio e la capitale (flaminia docet), mentre a Nord un’altra parte dell’Umbria sta premiando e spostando gli investimenti verso collegamenti infrastrutturali, industriali, turistici e politici con la Toscana, determinando così un ulteriore isolamento del nostro territorio».

Terni Mentre anche a Terni ci si muove, con la creazione di un comitato e, da parte di Enrico Melasecche (I love Terni), della presentazione di un atto di indirizzo con il quale il consiglio comunale dovrebbe impegnare il sindaco, Leopoldo Di Girolamo, «ad attivarsi con sollecitudine per fornire tutto il sostegno della nostra città, morale e politico, con l’intento di rilanciare complessivamente l’Umbria anche in vista del dibattito in corso sulla riorganizzazione dello Stato in Macroregioni, scelta che nei fatti sembra già presa a Perugia senza tenere in minima considerazione quelle che sono le buone ragioni dell’Umbria del Centro-Sud e senza che, al di là di un atto di indirizzo giacente da oltre un anno, vede una calma piatta della politica nella nostra città, nonostante la evidente penalizzazione che deriverebbe da una unione dell’Umbria con la Toscana e con Firenze quale nuovo capoluogo macroregionale a noi lontanissimo».

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