La richiesta di archiviazione, da parte della procura, dell’ultima querela sporta – altre, invece, sono diventate giudizi pendenti di fronte al tribunale – spinge la giovane ternana Erika Lucci a chiedere nuovamente giustizia «per tutto ciò che da tempo sono costretta a subire, ovvero atti persecutori da parte di una donna che mi sta rendendo la vita maledetta». A parlare per lei è il suo legale, l’avvocato Massimo Proietti: «Quello di Erika è un caso di stalking psicologico – afferma -. Lei è ‘bombardata’, probabilmente da più soggetti, e sottoposta ad una forte pressione difficile da dimostrare in sede giudiziaria. Tutto ciò le crea un pesante stato di tensione, oltre a costringerla a cambiare abitudini di vita, e tutto ciò impone di monitorare la situazione per individuare la portata del problema. Qualcosa di grave c’è – afferma l’avvocato Proietti – e si tratta di uno stalking molto sottile, di carattere psicologico e credo ritorsivo, non facile da trasformare in una serie di elementi sufficienti. Questa la principale difficoltà della vicenda che richiede comunque la massima attenzione e una verifica di una serie di indizi che possano trascinare finalmente in giudizio i responsabili». La stessa Erika, piuttosto provata, osserva: «Io finché avrò fiato non mollerò mai. Lo devo per primo a me stessa perché da me parte tutto.
A tutti voi voglio dire ‘grazie’ perché il vostro amore è la mia forza e vittoria alla solitudine. Ma anche chiedervi scusa se ho abbassato l’armatura sembrando umana ma poi, con il tempo giusto, una guerriera sa rimetterla per tornare a combattere. Perché se ti dicono di non brillare, tu brilla ancora di più».