«Stava annegando, l’ho salvata così»

Parla Paolo Marchetti il bagnino che ha letteralmente ‘riportato in vita’ la bimba che aveva perso i sensi nella piscina Lacugnana a Perugia

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di Pietro Cuccaro

«La foto? Addirittura!»: si schermisce Paolo Marchetti quando gli chiediamo di rendere pubblico il suo volto dopo che ci ha raccontato come ha vissuto quei momenti concitati nei quali ha salvato la vita di una bambina di 8 anni, ospite di un centro estivo, che stava annegando nella piscina piccola di Lacugnana, a Perugia, mercoledì mattina.

Eroe per caso

Gli spieghiamo che il suo è ‘il volto dell’eroe’ e che ci farebbe piacere, una volta tanto, dare spazio e pubblicare dettagli precisi di una tragedia evitata, di una storia di cronaca finita bene. Allora si convince e ci autorizza. Ha 42 anni, perugino, l’eroe del giorno. Eroe un po’ per caso, ci racconta: «Erano all’incirca le 12, stava iniziando la sessione di fitness in piscina e da lontano ho notato una bimba che giocava in acqua senza cuffie, allora mi sono spostato dalla mia posizione abituale e mi sono avvicinato a lei per rimproverarla. In quel momento ho visto la bimba sott’acqua che non si muoveva».

«Era morta»

A questo punto passano alcuni interminabili secondi. Perché bisogna interpretare bene la situazione: «I bambini giocano spesso sott’acqua, facendo apnea, si fermano a mezza altezza e restano immobili alcuni secondi, quindi quella per me non era una immagine inconsueta. Però mi sono fermato a osservare e ho capito che c’era qualcosa che non andava, stava passando troppo tempo, quindi mi sono tuffato e ho recuperato il corpo adagiandolo sul bordo vasca. Effettivamente la bimba aveva perso i sensi». Non respirava e sembrava non esserci battito: «Di fatto era morta», dice Paolo con la voce strozzata.

Dalla teoria alla pratica

Ore e ore di corsi e simulazioni su manichini spariscono di colpo dalla mente di chi si trova a dover fare ‘davvero’ una manovra salvavita. Ma Paolo cerca di rimanere lucido e ricostruisce la situazione. Chiama subito aiuto e chiede di avvertire il 118, ma la bimba è in stato di incoscienza e bisogna fare qualcosa, così fa un bel respiro e comincia con le insufflazioni e le compressioni toraciche, respirazione artificiale e massaggio cardiaco: «Per fortuna la bimba ha risposto quasi subito alle manovre salvavita, ha ripreso i sensi e ha vomitato. È stato un sollievo. Poi, il resto lo hanno fatto i medici del 118 che sono arrivati subito e sono stati bravissimi». E qui quasi si scusa: «Sinceramente sono ancora sotto shock, quindi potrei aver dimenticato qualche passaggio di quegli attimi così intensi». Come non capirlo.

La bimba sta bene, già dimessa

Il resto lo raccontano dall’ospedale, dove confermano che la prontezza del bagnino è stata decisiva. Quando è arrivato il 118 la bimba era già cosciente. Trasportata al pronto soccorso, è stata sottoposta agli accertamenti di rito e poche ore dopo è stata dimessa. «Per fortuna aveva solo bevuto un po’ d’acqua e al di là dello shock stava bene». Paolo tira un sospiro di sollievo e solo ora, dopo 24 ore, si rende conto che di quella bambina non conosce nemmeno il nome: «Non ci ho pensato a chiederlo». Intanto si prepara per il turno del pomeriggio. Con la consapevolezza che si può diventare eroi per caso, in una mattina qualsiasi di luglio, facendo solo il proprio lavoro.

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