Studenti, «Perugia torni attrattiva»

Un’elezione storica quella di Martina Domina, presidente del Consiglio studentesco: «Ora dobbiamo dimostrare di lavorare bene»

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di L.P.

Un’elezione che ha fatto la storia. «Non è importante questo – sorride – ora dovremo dimostrare di lavorare bene per i prossimi due anni».

Ruolo istituzionale Si presenta così Martina Domina, la prima presidente donna del Consiglio degli studenti all’università di Perugia. Neanche 23 anni, Martina è iscritta alla facoltà di Medicina. Dopo la laurea ipotizza una specializzazione in oncologia. Viene dal centro della Sicilia, da Enna, «l’unica città montuosa e lontana dal mare dell’isola, per questo ho scelto di venire a studiare a Perugia», racconta.

Gli inizi «Mi sono avvicinata alla politica universitaria due anni fa, era il 17 novembre 2013, lo ricordo bene perché è la giornata in cui si celebra lo Student’s day. Lì ho incontrato per la prima volta gli attivisti della sinistra universitaria. Mi hanno fermato per le scale per invitarmi a uno degli incontri in programma la settimana successiva.Prima di partecipare direttamente ho osservato per un po’ come lavoravano gli studenti e i rappresentanti. Facevo domande, chiedevo, mi hanno convinto. Poi mi sono candidata come rappresentante al consiglio della Scuola di medicina, il mandato è durato appena un anno. Il resto è ormai storia nota».

Un’elezione non troppo pacifica, la sua, ma che preferisce non commentare dato il ruolo istituzionale ricoperto. «Il Cds è un parlamento in miniatura – ci spiega – composto da soli studenti, 30, con un presidente, due vice, i segretari e i rappresentanti dei gruppi consiliari. E’ un organo consultivo che rappresenta tutte le idee degli studenti di tutti e 16 i dipartimenti, per questo deve essere rilanciato il più possibile».

In che modo? «Riprenderemo in mano il programma elettorale e proveremo ad attuarlo, punto per punto, in seno al Cds. Grazie al risultato storico ottenuto dall’Udu in questa tornata elettorale potremo lavorare congiuntamente con tutti gli organi, il Senato, il consiglio d’amministrazione, i dipartimenti».

Calo degli iscritti, mobilità, diritto allo studio sono solo alcune delle problematiche dell’Università. «Perugia deve tornare ad essere attraente, trovare qualsiasi escamotage per attirare studenti e non deluderli. Didattica, mobilità, opportunità per i giovani sono tutti elementi importanti e, soprattutto, il diritto allo studio deve essere garantito a tutti. Per questo abbiamo iniziato già a lavorare, in Senato come nei dipartimenti, per capire come andare incontro alle famiglie alle prese con una tassazione che, in alcuni casi, supera il 50% in più di quanto si pagava prima».

E la didattica? «Bisogna tornare a puntare sulla qualità dell’offerta formativa ma anche sui tutorati. Ci siamo accorti che il tutoraggio in tante facoltà è inattivo da tempo nonostante sia uno strumento molto valido e utile per le matricole e per gli studenti. Riattivarlo ovunque, è questo il nostro obiettivo, porterebbe a un calo considerevole anche degli studenti fuori corso».

E poi c’è la questione della mobilità. Perugia non è una città per giovani e lo ha dimostrato la settimana scorsa quando in commissione è stata bocciata una proposta che prevedeva di inserire in via sperimentale una navetta notturna che effettuasse un percorso dalla periferia, al centro, nelle zone a maggior densità abitativa da parte dei giovani. Una proposta che lo stesso sindaco Romizi, due anni fa, quando era consigliere comunale aveva tanto sostenuto e che invece oggi si accorge di non riuscire a sostenere. «Anche la mobilità rientra tra quegli elementi di attrattività che non solo porta giovani in città ma ce li fa anche rimanere. Noi non ci fermeremo, abbiamo già preso contatti con l’università, lo stesso Rettore si è detto disponibile a supportare il nostro progetto in sede istituzionale».

E le sedi distaccate? «Come Udu abbiamo diversi rappresentanti nei dipartimenti distaccati di Terni e Narni. Da sempre attenti ai diritti delle minoranze, siamo coscienti che gli studenti di Terni e Narni hanno bisogno di una grande aiuto, devono godere degli stessi diritti degli studenti di Perugia. Sappiamo che, ad esempio per ovviare al problema della mensa, praticamente assente a Terni, il Rettore ha proposto la realizzazione di un campus universitario per raccogliere tutti gli studenti altrimenti dislocati in punti della città troppo distanti tra loro. Anche su questo vigileremo perché si arrivi a concretizzare la proposta».

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