Tari Montecastrilli: «Comune 1° evasore»

Il consigliere della Lega Sabina Accorroni torna ad attaccare

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«Il nostro primo cittadino si è dimenticato di dire, a quanto pare, che il principale evasore comunale era ed è il comune stesso». Tari a Montecastrilli, il consigliere comunale della Lega Sabina Accorroni torna ad attaccare sul tema e chiama in causa direttamente il sindaco Fabio Angelucci.

Sabina Accorroni

Le morosità

La 49enne milanese già negli anni scorsi aveva sottolineato i suoi dubbi sulla questione: «Basandosi sui bidoni forniti – spiega – alle utenze per la raccolta differenziata, Rti-Asm Terni Spa, azienda che svolge il servizio integrato dei rifiuti per conto dei 32 comuni del ternano Ati 4, scrive una terza diffida al comune di Montecastrilli: ‘Le maggiori utenze (come già evidenziato e documentato nella suddetta diffida) sono pari a 393 con un conseguente credito a favore della scrivente Rti di euro/anno 64 mila 952 per un totale (2016-2019) di 259 mila 811 euro. In occasione delle proteste del 2018 contro l’aumento del 32% delle utenze domestiche Tari, il sindaco disse che l’aumento dei costi era dovuto alle morosità che andavano caricate sul costo della Tari dell’anno successivo. Secondo Rti-Asm tra queste morosità vi sono ben 13 utenze del comune di Montecastrilli, sede comunale compresa. Vero, le morosità concorrono alla quantificazione del costo del servizio della Tari e gli incassi del recupero dell’evasione concorrono alla sua diminuzione, ma si è dimenticato di dire che il principale evasore comunale era ed è il Comune stesso».

Fabio Angelucci

Il debito

C’è poi il nodo incassi: «Per il pagamento del personale – prosegue la Accorroni – ed i costi accessori legati all’attività di recupero dell’evasione della sola Tari, le utenze montecastrillesi hanno pagato una cifra che supera il mezzo milione di euro in cinque anni dall’entrata in vigore della Tari, ma tale spesa ha portato ad incassi annuali nulli o irrisori. Questa cifra di evasione di 259 mila euro, se confermata e riconosciuta, rappresenterebbe un debito fuori bilancio per il comune, debito che andrebbe caricato per legge sul costo della Tari del 2020. E chi pagherebbe tale debito? Le utenze non domestiche, in quanto pagano un costo vicino al 50% sotto il minimo dei costi standard. Le utenze domestiche possono stare tranquille, si fa per dire, visto che già pagano quasi tutte un costo della Tari vicino al 50% oltre il massimo dei costi standard di legge. Le sfortunate utenze non domestiche, circa il 13% del totale, si vedrebbero attribuire di conseguenza un aumento del 100% annuo fino alla copertura della cifra di evasione prima citata».

I chiarimenti

Infine il consigliere della Lega sottolinea che «il sindaco Angelucci tra il 2018 e i primi mesi del 2019 ha ricevuto ben tre diffide per il presunto debito e ha risposto solo a marzo 2019, limitandosi a chiedere riscontri e chiarimenti. Sono del parere che il nostro primo cittadino dovrà fornire riscontri e chiarimenti alle utenze comunali che hanno pagato in questi anni senza conoscere, e la legge lo prevede, tutte le singole voci di costo presenti nei piani finanziari annuali della Tari. Un lavoro di verifica questo già iniziato da tempo dalla sottoscritta, sui costi delle singole utenze che vanno a quantificare il costo totale annuo del servizio Tari, un lavoro che un consigliere comunale può fare, nel rispetto della legge sulla privacy. Inoltre, vorrei sapere come mai in tutti questi anni i funzionari comunali, pagati e premiati per effettuare questi controlli, prima della stipula del contratto di servizio e successivamente, se risultasse vero quanto afferma Rti-Asm, non sono riusciti a scoprire che 393 utenze, comprese quelle del comune, non sono state conteggiate nel costo annuale del servizio Tari».

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