Terni: 37 ore di fila in bici per fare 775 km. Alessio non si ferma più: «Volere è potere»

Il 37enne ternano si è avvicinato al mondo ultracycling da soli due anni ed ha già ‘portato a casa’ la Race Across Italy RAI 775

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di Francesca Torricelli

«Volere è potere». È una frase che durante la nostra chiacchierata al telefono, Alessio Fioretti ha ripetuto più volte. E come dargli torto. Alessio è un 37enne ternano, di mestiere fa il cuoco e due anni fa ha iniziato ad allenarsi in bicicletta. Lo scorso 30 aprile ha ‘portato a casa’ la Race Across Italy RAI 775, percorrendo in sella alla sua bici 775 chilometri in poco meno di 37 ore e ottenendo un tempo valido come qualificazione per la Race Across America.

La scoperta del mondo del ciclismo

«Mi sono avvicinato al mondo del ciclismo un paio d’anni fa – racconta Alessio – perché a causa di alcuni problemi fisici, ho dovuto subire degli interventi. Per cercare di rimettermi in forma ho deciso di salire in sella alla bicicletta. Ho scoperto che questo sport mi dava gusto e per stimolare sempre più il mio fisico e la mia mente ho iniziato a fissarmi degli obiettivi da raggiungere. In quel periodo ho conosciuto Leonardo Chieruzzi, che è diventato poi il mio allenatore, e con lui ho iniziato un percorso di allenamento per affrontare gare di ultracycling. Un percorso che mi ha portato a raggiungere il mio primo obiettivo: ad aprile dello scorso anno ho partecipato, e completato entro il tempo massimo di 21 ore, alla Race Across Italy RAI300, un evento di ultracycling non stop di 300 chilometri. Perché – sorride – volere è potere».

La prima competizione

Alessio da quando è stato male ha «cambiato nettamente mentalità. Ho capito che sì il lavoro è importante, ma dedicare del tempo a me stesso, all’allenamento, alla mia famiglia, alle cose semplici e belle della vita, lo è ancora di più. E dopo la RAI300 ho ripreso subito ad allenarmi, proiettandomi verso un nuovo obiettivo. E ho voluto alzare l’asticella iscrivendomi alla RAI775 in programma il 29 e 30 aprile di quest’anno, un evento di ultracycling simile alla RAI300, con la differenza che questa era di 775 chilometri. Una gara qualificante per la RAAM (Race Across America), la gara di ciclismo più dura del mondo. Il mio obiettivo era quello di completarla, sopratutto entro il tempo massimo di 37 ore per qualificarmi. E per soli 5 minuti ce l’ho fatta. Perché – sorride ancora – volere è potere».

Alzare l’asticella

La RAI775 parte da Silvi, in provincia di Teramo, attraversa quattro regioni, taglia per due volte l’Appennino toccando i due mari e dopo 775 chilometri e oltre 10 mila metri di dislivello fa ritorno a Silvi. Può essere effettuata con un’auto di supporto o senza. «Io ho deciso di farla con il supporto – mi spiega Alessio – e dietro di me avevo quindi un’auto sulla quale viaggiavano i miei familiari con le scorte di cibo, acqua, vestiti e attrezzatura tecnica. Essendo una gara a tempo, i partecipanti partono singolarmente ogni minuto e mezzo. Io sono partito il 29 aprile alle 11.04 da Silvi, sono passato da Campo Imperatore, Ovindoli, Cassino, Minturno e sono risalito passando da Bojano, Roccaraso, per tornare poi a Silvi domenica 30 aprile poco prima della mezzanotte. Sono arrivato 13esimo su 18 nella mia categoria. E non posso che essere pienamente soddisfatto. Perché – ormai è una costante – volere è potere».

La determinazione

«Sono riuscito a pedalare per le prime 24 ore senza mai dormire, solo fermandomi qualche volta per bere, mangiare qualche panino con il prosciutto, crostatine alla marmellata, barrette energetiche, gel e integratori vari. Ma ad un certo punto ho avuto una crisi di stanchezza e la mia fidanzata mi ha praticamente costretto a stendermi in auto. Ho dormito per l’esattezza 13 minuti, mentre i miei familiari mi massaggiavano le gambe, ma devo dire che è stato un sonno ristoratore. Mi sono svegliato e stavo benissimo, ero carico e da lì in poi è stato tutto abbastanza piacevole. Gran parte del merito però lo devo al mio team, le persone che erano in auto dietro di me, perché sono state la mia forza, il mio sostegno in ogni momento di cedimento. Perché in 36 ore siamo passati dal sole, al vento, alla pioggia, cambiamenti repentini di temperatura che ti mettono un po’ a dura prova. E poi sai, quando di notte in sella ad una bici ti ritrovi a pedalare nel buio delle montagne abruzzesi e leggi i cartelli con su scritto ‘Attenzione orsi’, beh un po’ di ‘strizza’ ti viene e sapere che non sei solo aiuta eccome. Oltre alle gambe, al sedere e alla schiena, durante gli ultimi 25 chilometri non sapevo più come gestire il manubrio, perché le braccia erano stanche e tenere la bici su strade a tratti piene di buche non è stato facile, ma non ho mollato perché quando sono partito mi sono detto che ce l’avrei fatta e ce la dovevo fare. Perché – ormai lo sappiamo – volere è potere».

«Ti scalda il cuore»

La cosa bella di questo sport, descrive Alessio, «è che sei solo con te stesso e con i tuoi limiti. Non sei tanto in gara con gli altri, quanto in gara con te stesso. Hai molto tempo per riflettere, pensare, ridere, piangere. E poi ti permette di vedere dei paesaggi mozzafiato, che se non avessi un cronometro con dei tempi da rispettare, ti fermeresti ad osservare meglio e fotografare. Ma le immagini le conservi nella tua mente, insieme a tutte le belle persone che hai conosciuto e alle emozioni che hai provato e che ti scaldano il cuore. C’è tanto sacrificio, tanto allenamento dietro, ma la gioia e la soddisfazione ripagano tutto. Prima dell’America ci sono altre competizioni alle quali mi piacerebbe partecipare, tipo l’Ultracycling Dolomitica, ma vediamo. Intanto cerco di risalire in bici perché i dolori sono ancora tanti. Al prossimo obiettivo. Perché – non poteva che concludere così – volere è potere».


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