Terni, delibera Asm: «Sia fatta piena luce»

Diatriba in consiglio sull’errore, opposizione all’attacco. Masselli: «Mi prendo responsabilità politica, ma errore degli uffici». Confronto con la De Vincenzi

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Tre date chiave. Il 30 ottobre, quando la giunta approva la delibera numero 339 per lo schema di accordo transattivo con l’Rti formata da Asm SpA e Cns srl, quindi il 25 novembre con l’approvazione in consiglio comunale – in precedenza se ne era parlato anche in III° commissione consiliare – e infine il 9 gennaio, quando c’è chi si accorge che qualcosa non quadra. Ma l’atto va in pubblicazione nonostante una parte del contenuto sia diversa: si tratta della questione sollevata – è stata interessata anche l’autorità giudiziaria – dalle minoranze e sul quale lunedì si è consumato lo scontro in aula consiliare. Pomeriggio difficoltoso in particolar modo per la neo dirigente agli affari istituzionali, Emanuela De Vincenzi. In tutto ciò si è registrato un curioso primo intervento – non è parso troppo convinto – di Federico Brizi, neo capogruppo della Lega. Alla fine via libera con ventuno voti favorevoli e nove astensioni.

IL PASTICCIO SULLA DELIBERA ASM

Il sindaco Latini e l’assessore al bilancio Masselli

Contenuto ‘misto’: «Mi prendo responsabilità»

Francesco Filipponi (Pd), Valentina Pococacio, Luca Simonetti e Federico Pasculli (M5S) hanno fatto luce sull’accaduto e fatto presente al Comune che evidentemente c’era qualcosa da sistemare e anche di fretta. Fronte esecutivo a dare spiegazioni è stato l’assessore al bilancio Orlando Masselli: «Entrambe le delibere – 338 e 339 – sono state sottoposte al parere della commissione e dei revisori dei conti. Poi accade che erroneamente assemblata dagli uffici perché quella pubblicata conteneva in parte il testo della delibera 338 e al momento della firma delle delibere ci si è accorti dello sbaglio formale e quindi è stato aggiustato. Evidente che qualsoa sia sfuggito all’interno del consiglio e sinceramente anche a me perché non avevo letto la proposta al consiglio, ma solo la delibera della giunta. C’è stato un problema di passaggio da un ufficio al’altro: in qualità di assessore mi prendo la responsabilità politica, seppur l’errore materiale sia degli uffici».

Il gruppo M5S

La pubblicazione tardiva e le email

Siamo solo all’inizio. L’opposizione vuol vederci chiaro: «Quella proposta di delibera riportava – è la Pococacio che si fa avanti per prima – un parere tecnico contabile, come è stato possibile che sia successo su un testo ‘accozzaglia’ tra due atti? O non era corretto il parere o è stato rilasciato senza leggerla. Il documento attuale lo ha?». Filipponi chiama in causa la De Vincenzi in veste di segretario facente funzioni (out Giunta): «Vorrei un suo parere e capire per quale motivo la delibera col protocollo 162064 del novembre 2019, sia andata in pubblicazione il 10 gennaio 2020 con protocollo 3677 nonostante il 25 novembre abbiamo votato l’immediata eseguibilità». «Non mi convince – il pensiero di Alessandro Gentiletti di Senso Civico – la spiegazione di Masselli. Quale delibera è stata pubblicata da parte degli uffici?». Si va ancora più a fondo: «Condividiamo quell’accordo, questo è un incidente di percorso. Ci auguriamo – le parole di Valdimiro Orsini di UpT – non pregiudichi l’iter per la liquidazione ad Asm degli oltre 5 milioni. Se si dà credito alle voci sembra che ci sia stato uno scambio di email con il quale è stato detto che la delibera si doveva pubblicare comunque: in questo modo ci va di mezzo il rapporto di fiducia tra amministratori e uffici delle varie direzioni. Venga fatta piena luce. Inoltre l’atto è stato cambiato anche nel deliberato e non solo in premessa».

Orsini, Pincardini, Fiorini

L’accusa. Sospensione e confronto

Per Emanuele Fiorini (UpT) «qui c’è falso in atto pubblico e non sciatteria come ha detto Filipponi. I revisori dei conti, Patrizia Braghiroli (vicepresidente del consiglio all’epoca) e il segretario generale cosa hanno fatto? La seduta viene interrotta per circa mezz’ora perché la De Vincenzi si confronta con i consiglieri di minoranza, quindi l’esposizione: «Una precisazione. Gli allegati alle proposte di consiglio – ha esordito la dirigente – di novembre erano corretti e sulla proposta odierna c’è sia il parere di regolarità tecnica che contabile sull’intera proposta; è perfettamente coerente con la deliberazione di giunta comunale su cui si era espressa la commissione e sul quale c’era il parere del collegio dei revisori dei conti. Chiaro che la pubblica amministrazione rettifichi gli errori fatti in autotutela».

Emanuela De Vincenzi, la nuova dirigente agli affari istituzionali

La cattiva fede

Lo scambio prosegue e Masselli riprende la parola: «Non ho responsabilità operativa ma mi prendo quella politica visto che le direzioni cinvolti attengono a me (finanziaria e affari istituzionali. Confesso che non vedo nessuna cattiva fede né ipotesi fantasiose. Il consiglio approva esattamente ciò che ha proposto la giunta. Se chi ha dato il parere, ha scritto la delibera e ha fatto l’errore, posto che sia avvenuto, ci può stare che non si sia accorto. In quella seduta – si riferisce al consiglio di novembre – se ognuno si fosse letto gli atti, probabilmente si sarebbe accorto. C’è stato un errore e in buona fede vogliamo rimediare. Magari ci può essere migliore informatizzazione dei processi per evitarli. Gli esposti sono stati fatti e le autorità faranno ciò che è necessario fare». Pronta replica di Fiorini: «Sta accusando il consiglio di non aver letto la delibera».

Rossi, Filipponi, Gentiletti, Simonetti e Tobia

«No zone d’ombra. Si prefigura falso in atto pubblico»

L’apice dello scontro si raggiunge dopo un’ora: «Al di là della generosità – è Orsini a dirlo – di Masselli, qui c’è una responsabilità amministrativa, degli uffici e non può coprire ciò che è accaduto. Ci ha detto che il 9 gennaio qualcuno si è accorto dell’errore e senza avviare una procedura specifica ha pubblicato una delibera sbagliata sia nella prmessa che nel deliberato. Ci sono di mezzo anche i debiti fuori bilancio. Su queste cose non possono esserci zona d’ombra. Si prefigura reato di falso in atto pubblico, questo è». Leitmotiv che riprende anche Filipponi: «La colpa è dei consiglieri comunali? Va bene. Ma il fatto grave è ciò che è accaduto il 9 gennaio, ovvero la presa di coscienza dell’erore nella pubblicazione. Non fu fatta la revoca e anche secondo me c’è fattispecie del falso. Andava interrotta la fase di pubblicazione e invece si è atteso il 23 gennaio dopo la nostra segnalazione».

Federico Brizi

Brizi, l’odore del sangue, Catone e le missioni improbabili

Ad animare la discussione ci pensa Brizi. Come? Con un intervento alquanto particolare, interrotto in un paio di circostanze tra risatine e richieste di silenzio: «Mi verrebbe di affermare che non c’è nulla di nuovo sotto il sole, la fretta è stata cattiva consigliera e vi ha costretti ad una scelta demagogica, ipocrita e inutilmente dannosa per pochi. Mi riferisco agli esposti diffusi a mezzo stampa. Il vostro furore giustizionalista vi acceca a tal punto da spingervi a coinvolgere in una normale dialettica politica soggetti terzi che andrebbero coinvolti per altro. Tutto questo – l’attacco – vi rende pericolosi e inaffidabili perché in altre circostanze non vi ha consentito di distinguere le persone per bene che facevano parte del vostro schiarimento politico. È stato commesso un errore formale da parte di alcuni lavoratori del Comune che ha portato in errore l’intero consiglio. E intendo maggioranza e minoranza. Non avendo altri argomenti da portare a supporto della vostra inesistente azione politica/amministrativa, sentite l’odore del sangue e azzannate con ferocia un argomento che non ha nessuna valenza politica, bensì avrà soltanto il risultato di creare problemi ad alcuni lavoratori. Ancora una volta, così come la vostra recente storia, attaccate i deboli pubblicamente ma non lesinate di compiacere i forti nel silenzio. Questa ipocrisia demagogica rappresenta la matrice del vostro deficit di credibilità e sconfitte. Da voi non accettiamo nessuna lezione di moralità e competenza. Ai lavoratori va la nostra solidarietà. Attaccate con costanza l’amministrazione come se foste dei novelli Catone, ma dove eravate quando venivano finanziate le grottesche consulenze per il consulente della pace o si partiva per improbabili missioni ai confini del deserto. Siamo persone libere e difendiamo anche il diritto di sbagliare che voi oggi state pesantemente condannando». C’è chi ride, chi è perpless e chi domanda «chi te lo ha scritto?». Come ad esempio Paolo Angeletti di Terni Immagina. Il quale definisce Masselli un «grande uomo per il gesto, mentre le parole di Brizi devono essere ridimensionate».

Sanatoria

Poi c’è ancora Fiorini: «Mi dispiace quello che è accaduto con la De Vincenzi, si è trovata ad affrontare la situazione ma le delibere non le conosceva. Scandalose le dichiarazioni di Masselli che ha scaricato responsabilità sui consiglieri comunali». Quindi Maurizio Cecconelli di FdI: «Devono essere dimostrate malafede e dolo periscontri penali, dobbiamo fare questa ‘sanatoria’. A noi ci interessa che la transazione venga salvaguardata. Così ci parliamo addosso». Simonetti torna su Brizi: «Gli volevo dire che non abbiamo sete di sangue o voglia di maltrattare nessuno. Siamo venuti a conoscenza di una potenziale notizia di reato ed è nostro dovere renderla a conoscenza delle autorità competenti. Trovo curioso che nella delibera manchino le firme del presidente e quelle del segretario generale, ci sono quella della vicepresidente e del funzionario Vista. Votiamo una sorta di sanatoria. Le autorità competenti verificheranno». Prima del voto è Michele Rossi (Senso Civico) ad esporsi: «Voto a favore ma mi corre l’obbligo di stigmatizzare. Il diritto di sbagliare sulla nostra pelle, non deve passare questo concetto. Ci vuole più attenzione, non è la prima volta che saniamo sbagli di altri. Masselli vigili. Il diritto a sbagliare è inaccettabile su questi atti». Infine Lucia Dominici di FI: «Sono rimasta dispiaciuta per lo scarso contributo dato», spiega in merito a ciò che è accaduto a fine novembre. Ventuno favorevoli e nove astensioni, chiusa la partita.

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