Terni, Acciaio sporco: ‘corsa’ alle parti civili

L’azienda è l’unica parte offesa individuata dal Pm, ma i sindacati annunciano: «Alla chiusura dell’indagine valuteremo la possibilità di costituirci parte civile»

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Oltre i sindacati e i lavoratori: forse addirittura un ‘comitato’. L’idea che nel tourbillon dell’indagine ‘Acciaio sporco’ sta prendendo piede, è che un comitato ad hoc – magari trasversale fra le varie anime sindacali della Tk-Ast – possa costituirsi parte civile nell’eventuale processo che scaturirà dalla vicenda. Sostituendosi – il termine non è azzardato vista la celerità della proposta, successiva all’ondata emotiva degli arresti – o, più logicamente, provando a schierarsi a fianco dell’azienda, unica parte offesa individuata dalle carte della procura della Repubblica di Terni.

‘ACCIAIO SPORCO’: LE INTERCETTAZIONI

Parte offesa Per il pm Elisabetta Massini, che ha formulato i quattro capi di accusa contestati ai diciassette indagati – ma in realtà sono diciotto -, la ThyssenKrupp Ast è al momento l’unico soggetto ad aver subito un danno in seguito alle condotte, penalmente rilevanti, delle persone finite nell’indagine sviluppata nel dettaglio dal Corpo forestale dello Stato di Terni. L’azienda è parte civile in pectore, perché per costituirsi è necessario che il ‘procedimento’ diventi ‘processo’, con un rinvio o una citazione a giudizio o attraverso un decreto che disponga il giudizio immediato. Va da sé che a tre giorni dagli arresti, quel momento non può dirsi vicino.

L’INDAGINE SPIEGATA DALLA FORESTALE – VIDEO

Tempistica Tutti gli altri, ‘comitati’ e sindacati inclusi, hanno piena facoltà di attivare sin da subito le procedure che possano consentire, in futuro, di chiedere di costituirsi parte civile – richiesta che dovrà essere vagliata dall’organismo giudicante – nell’eventuale processo che farà seguito all’indagine, tutt’altro che conclusa nella forma e probabilmente anche nella sostanza. Di acqua sotto i ponti, insomma, ne dovrà passare ancora un bel po’ prima di poter contestare un danno diretto e, magari, far valere le proprie ragioni in aula per vedersi riconosciuto un primo risarcimento.

Le domande Vista sul piano ‘politico’, la celerità con cui da più parti si cerca di sostenere come la Tk-Ast non sia l’unica danneggiata, ma che lo ‘status’ di vittime appartenga tanto ai lavoratori quanto a chi li rappresenta, dà l’idea di come sia partita un po’ la corsa a schierarsi dalla ‘parte giusta’. In questo contesto sono finora poche le voci che, viceversa, ipotizzano come alla base di un meccanismo che forse andava avanti da molto più tempo rispetto a quello ‘scansionato’ dalla Forestale, possano esserci stati anche controlli carenti. Un argomento che, nel logico gioco delle parti, spetterebbe ai ‘sindacati-parti civili’ sostenere per primi, contro la stessa azienda. Al momento di questo non c’è traccia, come non ce n’è di elementi che possano far ipotizzare che anche altri – estranei al giro – fossero comunque a conoscenza del meccanismo che avrebbe consentito di beffare la Tk-Ast, causando danni per milioni di euro. Ed è proprio questo uno dei punti che gli inquirenti intendono chiarire: chi sapeva? E, nel caso, perché non ha detto nulla?

I sindacati «Le Segreterie Territoriali – si legge nella nota di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl – rispetto alla complessità e all’importanza dell’indagine  in corso all’Ast, ritengono basilare il percorso di acquisizione delle giuste e corrette informazioni al fine di poter tutelare i lavoratori del Gruppo Ast e dell’indotto, che quotidianamente svolgono con diligenza responsabilità e soprattutto onestà il proprio lavoro. Come Segreterie Territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl esplicitiamo una ferma condanna dei fatti in questi giorni venuti alla luce in Ast. Come Segreterie Territoriali esprimiamo, come già fatto in precedenza per casi analoghi, il nostro ringraziamento e la più sentita fiducia ai magistrati ternani e agli inquirenti, convinti che ogni azione rivolta al ripristino della legalità rappresenti un sicuro contributo all’impegno quotidiano per consolidare la leadership di Ast nel settore degli acciai speciali».

Maggiore attenzione Le segreterie territoriali «ricordano che dall’inizio della crisi ad oggi, a fronte delle difficoltà di bilancio ed economiche hanno ripetutamente chiesto maggiore attenzione rispetto alle politiche di approvvigionamento e di gestione delle materie prime, nonché sulla natura di alcuni appalti. Nel periodo più alto della vertenza suddette sollecitazioni sono state portate avanti nelle discussioni sia in sede di Prefettura che Ministeriale. Tutto ciò rafforza la necessità, come sostenuto ormai da tempo, di arrivare ad una sottoscrizione di un Protocollo in grado di garantire attraverso una cornice di regole definite maggiore trasparenza, efficienza ed efficacia degli appalti al fine di raggiungere gli obiettivi strategici per la competitività produttiva e qualitativa del sito. Tenuto conto di tutto ciò come Segreterie Territoriali annunciamo che alla chiusura dell’indagine valuteremo la possibilità di costituirci parte civile al fine di tutelare gli interessi di tutti i lavoratori diretti e indiretti che operano all’interno del sito e che – si conclude la nota – hanno investito sul proprio futuro contribuendo al risanamento dell’azienda attraverso sostanziali sacrifici».

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