Terni, addio a Sandro: «I colpevoli paghino»

Ai funerali del 53enne assassinato, il dolore è pari alla sete di giustizia. La sorella: «Ora non riesco a perdonare»

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«Sandro non meritava di finire così. Era la persona più buona e tranquilla di questo mondo. Chi l’ha ucciso deve pagare. Ma se devo dire come la penso, ‘quello là’ non era da solo a fare quello che ha fatto. E spero che i colpevoli paghino fino in fondo». C’è sete di giustizia fra i familiari e gli amici di Sandro Bellini, il 53enne di Terni per il cui assassinio è finito in carcere l’operaio ucraino Andriy Halan.

L’ULTIMO SALUTO DEGLI AMICI – VIDEO

«Non riesco a perdonare» Parlare di perdono oggi, a pochi giorni dalla tragedia, è impossibile. Ci prova don Fernando Benigni, ma poi la sorella di Sandro Bellini – Claudia – a messa quasi finita gli si avvicina: «Padre, io non riesco a perdonare». E lui la conforta stringendola a sé, con quella comprensione che in momenti come questi è tutto.

Funerali Sandro Bellini - 1° giugno 2016 (4)OMICIDIO BELLINI: INTERROGATORIO E AUTOPSIA

‘Termoidraulico’ Alla cerimonia che si è tenuta nella piccola cappella dell’obitorio dell’ospedale Santa Maria, erano presenti in tanti: dagli amici più cari ai colleghi con cui aveva un rapporto speciale. E l’amore di Sandro per il lavoro è tutto in quel ‘termoidraulico’ che campeggia sul manifesto funebre, sotto il suo nome. Tutti stretti intorno al dolore dei familiari, provati dai tanti giorni trascorsi in sospeso, nel dubbio sempre meno tale che qualcuno potesse avergli fatto del male.

OMICIDIO BELLINI: PRIME AMMISSIONI

«Il colpevole si converta» Nella sua omelia don Fernando cita Dante e le parole di Ulisse – ‘fatti non foste a viver come bruti‘ – per dire della discrasia sempre più forte fra il ‘paradiso’ e la ‘terra’, corrotta e segnata da una sofferenza che vuol essere però anche insegnamento. «Il colpevole si converta – ha detto il parroco – e che questo possa avvenire anche attraverso la giustizia».

OMICIDIO BELLINI: TERRIBILE VIOLENZA

«Dacci la forza per vincere l’odio» Commovente il messaggio lasciato dagli amici storici dello ‘spiazzo’ e di via San Nicandro: «Perderti significa perdere il sorriso, dimenticare la spensieratezza della nostra infanzia e della maturità trascorsa insieme. Te ne sei andato così, non per tua scelta, e noi impotenti, inutili, non abbiamo potuto trattenerti. Resta solo un dolore atroce, immenso, che urla nel petto e fa male. Chiunque ti conosce e ti ama sa che sei bravo, buono, onesto, sensibile e infinitamente dolce. Sei una persona speciale. La fugacità della tua vita ci rende increduli, basiti. Non ci sei più eppure noi ti sentiamo, ti vediamo entrare nelle nostre case, silenziosamente, discretamente come sempre. Sant’Agostino dice: ‘L’assenza non è assenza, abbiate fede. Colui che non vedete è con voi’. Sandro, dacci la forza per vincere il dolore, la paura. E soprattutto l’odio. Solo così i nostri cuori continueranno a parlare di te, dolce tesoro». Poi, un ultimo lungo applauso per salutare l’amico e il fratello di sempre. Che merita giustizia per ciò che gli hanno fatto.

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