«Io la mia testimonianza la metterò a disposizione, ma la scena a cui ho dovuto assistere lunedì scorso in via Mancini ha dell’incredibile ed è lo specchio amaro di questi tempi».
La testimonianza A parlare è una persona che, dopo il parapiglia scoppiato fra quattro giovanissime – tre delle quali identificate – lo scorso 26 febbraio fra via Garofoli e via Mancini, sedato a fatica dalla polizia Locale di Terni con una vigilessa subissata di insulti dalle ‘contendenti’, si è fatta avanti per verbalizzare l’accaduto.
L’appello UmbriaOn aveva rilanciato l’appello della polizia Locale a fornire dettagli sul fatto, accaduto in una zona della città segnata frequentemente da tensioni sul piano della sicurezza. E il lettore si è fatto avanti, anche con la volontà di aprire una riflessione su ciò che ha visto.
Chi filma e chi aiuta «Quella donna, l’agente, oltre che finita a terra, è stata anche maltrattata. Ma ciò che mi ha più infastidito è il fatto che alcuni dei tanti passanti che si sono imbattuti nella scena, lì a due passi dal corso, abbiamo preferito filmare il tutto con i propri telefonini anziché fare qualcosa di utile. Abbiamo – ironizza – tutti questi giornalisti a Terni? magari sono gli stessi a denunciare, giustamente, situazioni di degrado, senza poi fare nulla per combatterlo. Credo che l’impegno di ciascuno debba sempre esserci, non solo quando fa comodo. E credo che a parti invertite, se fossero state quelle vigilesse ad aggredire, avremmo già tutti i filmati su Facebook».
«Denunciare» L’accaduto è stato poi verbalizzato anche dai carabinieri, intervenuti a loro volta per dare una mano agli agenti comunali: «Testimonierò quanto prima – osserva il lettore – e credo sia giusto che anche altri facciano lo stesso, magari usando quei filmati degli smartphone a fin di bene, non solo per documentare un fatto tanto curioso quanto brutto».
