Terni, alberghi chiusi per scelta. Non tutti

Diversi operatori del settore ricettivo segnalano che alcune strutture ricettive che appartengo al codice Ateco 55.2 accettano prenotazioni, anche se vietato dal decreto

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di Fra.Tor.

«Restiamo chiusi tutti e rimaniamo uniti. Non facciamoci la ‘guerra’ fra di noi, al fine di riaprire tutti insieme il prima possibile». È l’appello che umbriaOn riceve da diversi operatori del settore ricettivo dopo aver notato delle anomalie girando tra le piattaforme online di acquisizione ospiti che affiancano gli albergatori nella promozione dei loro canali.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Gli alberghi a Terni

In base al decreto emanato dal presidente del Consiglio lo scorso 22 marzo, gli alberghi – secondo il codice Ateco 55.1 – potrebbero rimanere aperti e continuare a garantire i propri servizi. «Visto il delicato momento e l’emergenza sanitaria che sta attraversando il nostro Paese – spiegano gli operatori – a Terni la maggior parte delle strutture alberghiere ha deciso di sospendere la propria attività, stringere i denti per un po’ e attendere buone notizie per poter ripartire».

«Le strutture extra alberghiere non possono stare aperte»

Quello che lascia amareggiati gli operatori del settore ricettivo «è notare che tramite le piattaforme online è possibile prenotare in alcune strutture extra alberghiere ternane. Queste strutture, come ad esempio Bed&Breakfast o appartamenti per vacanze, fanno riferimento al codice Ateco 55.2 e secondo il decreto del presidente del Consiglio non potrebbero restare aperti. Dando uno sguardo alle varie piattaforme non possiamo sapere se hanno o meno delle prenotazioni, ma ci basta vedere che è possibile prenotare una stanza per capire che stanno garantendo i loro servizi».

«Restiamo uniti»

Gli operatori fanno poi riferimento anche ad una lettera inviata dal Comune di Terni alle associazioni di categoria «nella quale – sottolineano – si richiede la sospensione dei servizi ad eccezione di quelli indicati con il codice Ateco 55.1. Non siamo qui a colpevolizzare nessuno, siamo tutti in difficoltà e tutti abbiamo bisogno di lavorare, ma quello che chiediamo è di stringere i denti tutti insieme ancora per un po’. Chiudere tutto fino a quando non avremo nuove indicazioni da parte del Governo e da lì ripartire tutti insieme».

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