Terni, allarme acqua: «Marini spieghi tutto»

Andrea Liberati (M5S) chiama in causa la presidente della Regione e stigmatizza che non ci sia stato «alcun intervento pubblico della Giunta su un tema di tale portata»

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di Andrea Liberati
Capogruppo M5S alla Regione Umbria

Il sottoscritto consigliere chiede che la Regione Umbria definisca esaustivamente i termini dell’accaduto in merito alla gestione idropotabile di Terni-San Gemini, visto che ad almeno 30/40.000 persone è stato inibito per circa tre giorni l’uso dell’acqua a scopo non solo alimentare.

Si tratta uno degli episodi più gravi registrati in Umbria da circa 30 anni a questa parte.

Si ricorda che, conformemente alle previsioni del Piano di Tutela Acque, la Regione Umbria sta finanziando pro quota i servizi acquedotti; depurazione; fognature; dighe e sistemi irrigui; con investimenti di fondi pubblici per oltre € 32 mln, salvo ulteriori costi imposti dai quadri di Piano d’Ambito/AURI.

Si invita pertanto ufficialmente la presidente dell’Assemblea Legislativa, Donatella Porzi, a sollecitare le comunicazioni formali del presidente della Giunta in Aula, in apertura della prossima seduta, alla luce degli obiettivi qualitativi e quantitativi sui corpi idrici, cristallizzati nella pianificazione regionale (PTA, Piano Risanamento Acque, etc.), in armonia con le normative nazionale e comunitarie.

Si manifesta parimenti la disapprovazione di codesto Gruppo politico per la condotta silente tenuta dalla Regione nel corso dell’emergenza, non essendo stato reso noto alcun intervento pubblico della Giunta su un tema di tale portata e in favore di una componente comunitaria cruciale per questa regione, quella di Terni, ontologicamente consustanziale all’Umbria.

Ai fini della massima trasparenza e informazione pubblica, è pertanto necessario che la presidente di Giunta chiarisca ufficialmente in Aula:
1) tipologia dati rilevati in tempo reale e da remoto a opera dei gestori dell’acquedotto, onde evitare che sia l’utenza finale ad accertare e subire i fenomeni, come accaduto nel caso in esame;
2) stato di aggiornamento del Piano Tutela Acque (PTA);
3) stato di aggiornamento del Piano Risanamento Acque (PRA), con particolare riferimento a metalli pesanti e trielina presenti nelle acque della Conca Ternano-Narnese;
4) causa scientifica del fatto occorso, al di là di ogni ragionevole dubbio, attestata da ente accreditato a livello nazionale/internazionale;
5) se possa, allo stato, escludere qualsiasi manomissione degli impianti e dell’acquedotto;
6) se esistano telecamere in loco;
7) data ultima installazione e manutenzione filtri pozzi di Fontana di Polo, Terni;
8) stato attuazione della disciplina regionale volta ad assicurare la protezione statica e dinamica degli acquiferi oggetto di captazione nelle zone di rispetto (Misura S6 O PTA);
9) corrispondenza intervenuta tra gestore locale e Regione Umbria/ASL/ARPA tra l’1 aprile e l’1 maggio, come da protocollo ufficiale;
10) motivi inesistente/minimale coinvolgimento della Protezione Civile regionale di Terni in costanza dell’emergenza;
11) come mai non sia stato raggiunto l’obiettivo di rendimento acquedottistico del 75% al 2015, conformemente all’orizzonte temporale di riferimento del PTA 2009;
12) come mai non sia ancora stato approvato dall’Aula l’aggiornamento del PTA, previsto per il 2015, aggiornamento viceversa solo adottato dalla Giunta e non ancora sottoposto al vaglio di Commissione e Assemblea;
13) motivi di mancata individuazione on line di recapiti telefonici e nominativi di reperibilità ASL.

Alla Commissione regionale Ambiente si chiede:
1) di procedere con urgenza all’individuazione delle centinaia di obiettivi di Piano non raggiunti e a scadenza 2015, così come stabiliti nel PTA;
2) di avviare una specifica indagine conoscitiva sul caso de quo, nell’ambito delle competenze e delle prerogative istituzionalmente assegnate all’organismo e ai consiglieri regionali

 

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