Terni, allarme Leonino: si licenzia e si taglia

La scuola cattolica di nuovo nella bufera: cacciato un impiegato e alcuni dipendenti – tra docenti e non – si sono rivolti alla Uil per chiedere aiuto. C’è paura per il futuro

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Lunedì sera hanno festeggiato, ma forse qualcuno – almeno tra i genitori degli studenti che hanno dato vita alla ‘Festa della famiglia’, all’istituto ‘Leonino’ di Terni – non sapeva che la scuola sta dando vita ad una massiccia opera di ristrutturazione e riorganizzazione. Che prevede il solito copione: si cacciano delle persone e ad altre si vuole imporre un drastico ridimensionamento, in funzioni ed in retribuzioni.

Lucia Marinelli

I tagli Un impiegato sarebbe stato licenziato in tronco, dal ‘Leonino’ – la motivazione ufficiale è stata quella della riduzione di personale, ma c’è chi ipotizza, invece, che ci possa essere dell’altro – mentre «altri dipendenti (almeno setto o otto; ndr) tra personale docente e personale Ata – conferma la segretaria della Uil Scuola di Terni, Lucia Marinelli – si sono rivolte a noi per chiedere aiuto per la risoluzione di diverse problematiche che sono emerse in questo ultimo periodo».

Le tensioni Marinelli preferisce non entrare troppo nei dettagli – «abbiamo preso contatto con la direzione della scuola e nei prossimi giorni avremo un incontro con il legale rappresentante», si limita a dire – ma le persone che si sono rivolte al sindacato lamenterebbero il mancato rispetto dei contrati di lavoro, la proposta di modificare mansioni e retribuzioni e, insomma, una situazione di criticità diffusa: «Questi sono argomenti sui quali non posso essere precisa – dice Lucia Marinelli – ma quello che posso dirle è che di tutto quello che il personale mi ha parlato ho riferito alla segreteria nazionale del sindacato, che segue con me la vicenda».

Il vescovo al ‘Leonino’

La chiusura a Stroncone Alla fine di febbraio, peraltro, il ‘Leonino’ era stato al centro di un’altra faccenda poco chiara: la chiusura della sede distaccata di Stroncone «quella piccola ‘oasi felice’ per 21 bambini dell’asilo e della ‘primaria’ – avevano denunciato alcuni genitori – chiude. Abbandonati dalle istituzioni e da persone che sono cristiane». 

Monsignor Ernesto Vecchi

La scuola L’istituto ‘Leonino’  è una scuola cattolica paritaria – il referente principale dovrebbe essere la diocesi e quindi il vescovo Piemontese, ma il bastone del comando sarebbe saldamente in mano all’ex amministratore apostolico, monsignor Vecchi, che continuerebbe a controllarlo a distanza da Bologna, città dove ha fatto ritorno dopo aver lasciato la città con l’arrivo del nuovo vescovo. Una scuola che, si legge sul suo sito internet, «propone sette percorsi formativi, dal nido d’infanzia alla settima area didattica (verso la formazione universitaria, passando per la scuola d’infanzia, la primaria, la secondaria primo grado (già scuola media) e secondaria secondo grado (liceo scientifico con indirizzo sportivo) e la sesta area didattica (corsi integrativi e con certificazioni)». Poi, su che fine gli faranno fare – resterà una scuola, diventerà una specie di centro di formazione, o chissà che altro ancora – si vedrà.

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