di Sergio Vincioni
Presidente Aniem Confapi Provincia di Terni
La decisione del Governo di non prorogare la scadenza del 31 dicembre per il superbonus 110, avrà pesantissime conseguenze su imprese e condomini che hanno avviato i lavori e per causa della difficoltà a cedere al sistema bancario dei crediti fiscali giacenti nei cassetti fiscali delle imprese, aprono di fatto, la crisi del comparto e della filiera delle costruzioni, con impatti potenzialmente devastanti.
Il superbonus è uno strumento che ha contribuito in materia determinante all’aumento del pil del Paese, e che ha riscontrato risultati positivi sull’occupazione con circa 900.000 posti di lavoro creati. Di chi è la colpa di tutto ciò? Non è di sicuro da imputare alle nostre imprese, abbiamo imprese del nostro settore che per adempiere ai contratti avviati nei condomini, non sono riusciti a cedere i numerosi crediti fiscali si sono impegnate tutte le risorse cha avevano a disposizione. Siamo preoccupati per le nostre aziende per i propri dipendenti e le loro famiglie, che da un giorno all’altro si ritrovano senza un futuro.
Riteniamo gravissimo il voto della commissione ambiente e industria del Senato che ha bocciato tutti gli emendamenti per la proroga che poteva essere di qualche mese per far ultimare i cantieri avviati. La responsabilità di tutto ciò non è sicuramente delle nostre aziende, il problema serio è dovuto soprattutto i crediti incagliati, che hanno messo in ginocchio imprenditori onesti che hanno dato fiducia allo Stato. Una impresa può fallire con i debiti per cattivi investimenti, ma non può fallire con i crediti che lo Stato deve garantire che lo stesso credito venga acquisito dal sistema. Non vogliamo affrontare poi i crediti smaltiti con qualche istituto bancario che ha ritenuto opportuno acquisire i crediti incagliati con percentuali fuori da ogni grazia. I nostri appelli non sono serviti a nulla,
La mancata proroga rappresenta un atto di sfiducia verso le imprese del settore. Una scelta che poteva essere condivisa nei tempi giusti, convocando le associazioni di categoria si poteva valutare i danni imminenti e di impatto per la filiera delle costruzioni, forse una scelta accurata e una migliore valutazione si poteva anche decidere modifiche nel breve. Oltre all’allarme economico, questa scelta frettolosa e scellerata porterà migliaia di condomini dal primo gennaio vedranno scendere il beneficio dal 110% al 90%, rendendo di fatto impossibile ultimare i lavori. Avremo cantieri fermi, operai senza lavoro con famiglie allo sbando, e lo Stato dovrà far fronte alle migliaia di richieste di Cassa Integrazione per i lavoratori in esubero a causa del fermo lavori.