Terni, appalti cimiteri e Cascata: riecco l’Anac

Raffaele Cantone chiede lumi sullo stato degli affidamenti. Il Comune risponde. Sul bando per i servizi, ‘fibrillazione’ in commissione

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C’è una certa fibrillazione attorno al tema dell’appalto per i servizi cimiteriali di Terni, già finito sotto la lente della procura di Terni nel corso dell’indagine ‘Spada’ che proprio giovedì – venti gli imputati – vedrà celebrata la prima udienza di fronte al giudice monocratico.

Scrive Cantone

Partendo dalle questioni ‘extra politiche’, va rilevato come lo scorso settembre l’Autorità nazionale anti corruzione, attraverso il proprio presidente Raffaele Cantone, abbia scritto al Comune di Terni per chiedere lumi – sulla base dei procedimenti avviati nell’ottobre del 2017 – in merito agli affidamenti dei servizi turistici della cascata delle Marmore e dei servizi cimiteriali (tumulazioni, estumulazioni, inumazioni e pulizie) relativi a sedici strutture del ternano.

La risposta

Missiva a cui il Comune di Terni – direzione manutenzioni – ha risposto puntualmente, riepilogando i passi compiuti. Per ciò che attiene l’appalto della Cascata – in capo alla coop Alis -, questo scade il 31 dicembre 2018 e non ha visto sinora proroghe. Il contratto prevedeva una durata di tre anni con opzione di due anni prevista nel bando di gara europeo.

I cimiteri di Terni

Sul fronte dei servizi cimiteriali, la situazione illustrata da palazzo Spada è più complessa. L’appalto originario – della durata di 18 mesi e affidato ad un’Ati – è scaduto il 7 marzo del 2018. Da allora ad oggi, con in mezzo il dissesto dei conti comunali, si è andati avanti a proroghe: la prima, ‘tecnica’, da parte del commissario Antonino Cufalo fino al 7 settembre 2018; la seconda, disposta dalla giunta Latini, sempre in ragione dei rischi per l’igiene e la sanità pubblica, fino al 31 dicembre 2018 con tanto di variazione di bilancio. Contestualmente il Comune si è attivato per definire la gara che verrà pubblicata nei prossimi giorni e aggiudicata entro la fine dell’anno, relativa all’affidamento dei servizi per un anno, comprensivi anche della manutenzione degli impianti di dell’illuminazione votiva.

«Mi è stata tolta la parola»

Passando al secondo fronte, quello più propriamente politico, va registrata la polemica del consigliere ALessandro Gentiletti (Senso Civico): «Durante i lavori della 3° commissione – afferma – mi è stata tolta la parola impedendomi di ufficializzare la mia posizione politica su un tema così delicato come la delibera che consente, di fatto, la proroga dei servizi cimiteriali e il nuovo bando per il 2019. Pertanto ho deciso di inviare una lettera al presidente del consiglio comunale perché si faccia luce sull’episodio e si chiarisca in maniera definitiva quali siano i compiti di un presidente di commissione e i diritti dei membri che vi partecipano. Il presidente della commissione ha inteso negarmi il diritto di parola in sede di dichiarazioni di voto, asserendo che non potendo votare non avessi neanche diritto di manifestare la volontà politica del mio gruppo consiliare. La decisione è stata accolta con sorpresa, posto che nelle altre commissioni permanenti ciascun membro (effettivo o di diritto) può intervenire in sede di dichiarazione di voto».

La risposta

A stretto giro, a Gentiletti replica il presidente dell’assemblea Francesco Maria Ferranti (FI): «Considerando la serietà dei consiglieri comunali che ho l’onore di presiedere, credo che questo, che reputo un piccolo fraintendimento tecnico nel corso dei lavori, si possa risolvere agevolmente. Il presidente della 3° commissione Bordoni e il capogruppo di Senso Civico sono persone attente ed interessate ai numerosi problemi seri della città. Restringerei la vicenda ad un ‘cortocircuito tecnicistico’».

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