Terni, appella multa da 60 euro: «Paghi 3 mila»

La Cassazione ‘stanga’ una donna del ternano. Sentenza non appellabile: ricorso riqualificato automaticamente e giudicato inammissibile

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Nel luglio del 2015 il tribunale di Terni l’aveva condannata a pagare 60 euro di ammenda per aver violato il Testo uno delle leggi di pubblica sicurezza e in particolare per aver impiegato guardie giurate senza avere il relativo decreto di nomina.

‘Stangata’ in Cassazione La donna – residente in provincia di Terni – aveva proposto appello attraverso il proprio legale, pur non essendo quella sentenza impugnabile. E infatti, successivamente, l’appello è stato riqualificato automaticamente come ‘ricorso per Cassazione’ e nei giorni scorso l’iter è giunto a compimento. La Suprema Corte ha giudicato ‘inammissibile’ il ricorso e la donna è stata condannata a pagare le spese processuali oltre alla bella somma di 3 mila euro – un bel po’ considerando da dove si partiva – alla Cassa delle Ammende.

Le letture In casi simili c’è chi pensa che accettare la sanzione – relativamente modesta – sia la soluzione migliore e chi, invece, ritiene sia giusto far valere sempre e comunque le proprie ragioni, anche se la giustizia, oltre a disincentivare tale percorso, non sempre è equa fra chi ha risorse da spendere e chi non ne ha. Il caso di specie sembra invece esulare dalle due letture proposte, visto che la donna ha pagato le conseguenze di un appello che non poteva essere presentato.

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