Terni bombardata, ricordo perenne

Venerdì mattina la cerimonia in ricordo. Un articolo di Walter Patalocco e il documento ufficiale, ritrovato da Danilo Pirro, sulla visita del re dopo le bombe

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Erano le 10.29 dell’11 agosto 1943 quando dodici bombardieri B 17 iniziarono a devastare la città. Nemmeno due ore e arrivò il secondo attacco, condotto da trentadue aerei: «Le formazioni – scrisse Antonio Antonucci, prefetto di Terni di quel periodo – nemiche hanno lanciato complessivamente 500 bombe di medio calibro. Gli effetti prodotti sono stati imponenti. Quantifichiamo circa 500 morti, trovati in luoghi aperti, ma ne ipotizziamo almeno altrettanti sotto le macerie». Fu solo il primo dei numerosi bombardamenti che si abbatterono su Terni fino al giugno del 1944: venerdì mattina, in via Lanzi, si è svolta la cerimonia per il 74° anniversario dell’evento.

Il ricordo La deposizione della corona d’alloro di fronte alla lapide – in onore delle vittime dei bombardamenti, 1018 –  è avvenuta poco dopo le 10.30. Alla commemorazione hanno partecipato la vice sindaco di Terni Francesca Malafoglia, il vice prefetto Andrea Gambassi, l’assessore regionale Giuseppe Chianella, il consigliere comunale Sandro Piccinini, rappresentanti delle forze dell’ordine – polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza, forestali, vigili del fuoco e polizia locale – e dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, dell’Associazione nazionale bersaglieri e dell’Associazione nazionale vittime civili di guerra: di Agatino Pettinato, presidente di quest’ultima, l’unico intervento nel corso della commemorazione.

La ricostruzione Al tema, Walter Patalocco – sul suo blog ‘UmbriaSud 2.0’ – ha dedicato un articolo che ci ha autorizzato a riprodurre. Si intitola ‘11 AGOSTO ’43, ORE 10 E 29: A TERNI È L’INFERNO‘ ed ecco il testo: 

Piazza Corona

Freddo il linguaggio del bollettino ufficiale numero 1174 del comando supremo italiano del 12 agosto 1943: “Terni è stata ieri bombardata da formazioni di quadrimotori americani: numerosi edifici pubblici tra cui l’ospedale e molti fabbricati risultano danneggiati. Elevate perdite tra la popolazione. La nostra caccia attaccava gli aerei avversari e in duri combattimenti protrattisi anche al largo della costa ne abbatteva nove. Generale Ambrosio”. C’era una postilla: “L’incursione su Terni ha causato tra la popolazione civile 72 morti e 493 feriti”. Ma era un calcolo molto provvisorio. A seguire, tra le notizie ufficiali di quel giorno, l’annuncio di una visita lampo a Terni del re e della regina, i quali avevano portato il sentimento del loro dolore ai cittadini ternani ed avevano consegnato duecentomila lire al Prefetto per aiutare i più bisognosi. Quanto pesante fosse il bilancio delle vittime fu stabilito nelle ore successive: ne dette conto lo stesso comando supremo con un successivo bollettino, il numero 1176: 304 morti e 503 feriti. Tra la popolazione civile, quella che non c’entrerebbe.

Era una bella mattinata quella dell’11 agosto 1943 a Terni. Il timore per i bombardamenti esisteva ed era ben presente, anche perché, scrisse l’inviato della Stampa di Torino, “tutti sappiamo quel che c’è a Terni e non si tratta certo di fabbriche di cioccolato”. Ma sembrava un “pericolo lontano”. Invece alle 10 e 30 di quella mattina calda e assolata arrivarono rombanti i quadrimotori americani che fecero conoscere il terrore dei bombardamenti a tappeto, cominciando a sganciare i loro ordigni sul centro cittadino e tirando, poi, in su verso le fabbriche. In volo basso nella direzione Ovest-Est per poi rialzarsi con una rapida cabrata in faccia alla cascata delle Marmore.

Piazza Tacito

Eppure non potevano sbagliarsi, scriveva l’inviato, la città è tagliata in due, c’è una demarcazione netta tra la zona delle fabbriche e là dove la gente vive la vita di tutti i giorni. Una demarcazione chiaramente distinguibile dall’alto ed oltretutto ben riportata sulle carte topografiche che certamente il nemico conosceva. “Gli aviatori americani hanno colpito i loro obiettivi preferiti – continuava – le chiese, gli ospedali, le scuole, gli asili per i vecchi, le case per gli operai, i popolarissimi quartieri della città”.

Certo, non manca un pizzico di enfasi propagandistica, ma il racconto è reale. La stessa esigenza, quella della propaganda, ha con tutta probabilità portato a tacere l’episodio che a Terni si tramanda ancora, coi reali accolti nell’indifferenza da autorità e da chi prestava opera di soccorso, e contestati dalla cittadinanza con insulti e lancio di pomodori. Il colpo, d’altra parte, era stato subito durissimo ed era solo il primo di tanti bombardamenti che sono costati la vita a 1.016 ternani e che hanno distrutto la città cancellandone gran parte del patrimonio edilizio e delle testimonianze di una storia lunga più di duemila anni.

Gli effetti delle bombe

Secondo la relazione del prefetto Antonucci, inviata al Ministero dell’Interno, Direzione generale dei servizi di guerra, il bombardamento ebbe inizio alle 10 e 29. Quarantaquattro aerei scaricarono sulla città oltre cinquecento bombe. Questo l’elenco degli edifici distrutti: la stazione ferroviaria, la caserma centrale dei carabinieri, la caserma dei vigili del fuoco, il palazzo di giustizia, il municipio, l’ospedale, i magazzini Upim, il cinema Corso e il cinema Littorio, l’Istituto delle Orsoline e l’Istituto dei Salesiani, le officine Bosco, il Proiettificio Briotti, il Proiettificio Salit, lo Iutificio, la Fabbrica d’armi, lo stabilimento siderurgico, il deposito Agip e il deposito Ex Italo Americane del Petrolio, il Magazzino del Consorzio agrario.
1200 case su 2500 non erano solo macerie. Secondo la relazione della prefettura i morti furono cinquecento ed i feriti 493.
Terni, nel 1943, aveva 45 mila abitanti.

La visita di re e regina Nel suo articolo, Walter Patalocco fa riferimento alla visita del re e della regina (Vittorio Emanuele III ed Elena del Montenegro) a Terni. Danilo Pirro ha svolto delle ricerche al riguardo e grazie ad Anna De Pascale dell’Archivio centrale dello Stato, ha ritrovato i documenti ufficiali che testimoniano la visita: «Nel diario del 1943 alla data dell’11 agosto è riportato alle “il Re e Imperatore, accompagnato da S.E. il Primo aiutante di campo generale, dall’Aiutante di campo generale e dall’Aiutante di campo di servizio, si reca in automobile a Terni sui luoghi incursionati dal nemico – Itinerario: Via Salaria – Ponte di Castel Giubileo – Via Flaminia – Narni – Terni. A Terni S.M. il Re Imperatore e S.M. la Regina Imperatrice percorrono a piedi la via principale della città cosparsa di macerie delle case distrutte. Successivamente le Loro Maestà, accompagnate da S.E. il prefetto di Terni e dal R. Questore, visitano l’ospedale e i luoghi maggiormente colpiti. S.M. il Re e Imperatore si reca a visitare la Fabbrica d’armi e le Acciaierie“. Il tutto firmato dall’Aiutante di Campo di Servizio maggiore Tommaso Calise».

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