Terni, cacciati in due: giudice stoppa la Coop

Entrambi magazzinieri licenziati con l’accusa di aver mangiato merendine. Il tribunale ha rigettato l’opposizione dell’azienda

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62 e 52 anni, entrambi magazzinieri dell’Ipercoop di via Gramsci, nel dicembre del 2013 erano stati licenziati in tronco con l’accusa di aver trafugato una scatola di dolciumi dal magazzino dello store e di averli poi mangiati sul posto di lavoro.

Prima sentenza La vicenda aveva scatenato un comprensibile putiferio mediatico e sindacale – Cobas in testa -, seguito dalla decisione del giudice del lavoro di Terni che un anno dopo il ‘fattaccio’, nel dicembre del 2014, aveva pienamente reintegrato i due magazzinieri, condannando la Coop al pagamento delle spese processuali e dei contributi previdenziali, dalla data del licenziamento a quella del reintegro.

Confermata Una decisione a cui Coop Centro Italia si era opposta e lo scorso 22 luglio il tribunale ha ribadito quella sentenza, respingendo come infondata l’opposizione dell’azienda. Ad esprimere soddisfazione per il proprio lavoratore rimasto coinvolto nella brutta vicenda – un 62enne di Terni, l’altro è un 52enne di Rieti -, è la confederazione Cobas di Terni che parla di «seconda vittoria importante che, oltre a obbligare Coop Centro Italia a restituire diritti, salario e contributi previdenziali al lavoratore, difeso dall’avvocato Gabriella Caponi, ne ristabilisce pienamente la dignità che l’accusa di furto, pretestuosa e inconsistente, aveva di fatto messo in dubbio».

L’attacco Alla luce della decisione, il commento di Franco Coppoli della confederazione Cobas di Terni è particolarmente duro: «Lo slogan ‘La Coop sei tu’ viene smentito dai fatti, a partire dalle pratiche di relazione sindacali. Con un’arroganza ed un attacco ai diritti dei lavoratori che non appartengono assolutamente alla storia del movimento operaio e del mutualismo da cui Coop proviene».

Sindacati contro La polemica si sposta poi sul piano sindacale: «Quello che è assurdo – dice Franco Coppoli della confederazione Cobas di Terni – è che questa sentenza non potrà essere affissa nella bacheca sindacale all’interno della Coop Centro Italia perché, nonostante il 30% dei lavoratori abbiano votato Cobas alle Rsu, la direzione di Coop ha consegnato le chiavi alla sola Cgil che monopolizza, in strana sintonia col datore di lavoro, la stessa bacheca».

Soddisfazione Filcams Cgil «Accogliamo con soddisfazione questa sentenza – commenta la Filcams Cgil –, che riconosce nuovamente il diritto al reintegro e al risarcimento al lavoratore ingiustamente accusato».

 

 

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