Terni, case popolari: scontro frontale

Il vice sindaco Malafoglia e il consigliere comunale Cecconi ai ferri corti

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di Fra.Tor.

È stata accusata di «dare i numeri», e questo non le è andato giù. Il vicesindaco Francesca Malafoglia, vuole «evitare strumentalizzazioni e letture viziate da politiche di parte», in risposta alle parole di Marco Cecconi, consigliere comunale ternano di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, che l’aveva presa di mira dopo la sua interpretazione dei dati relativi alle assegnazioni delle case popolari.

Strumentalizzazioni I dati sull’assegnazione degli alloggi popolari, sul loro effettivo utilizzo, «sono a disposizione di tutti, sono un patrimonio della città. Come tutti i dati richiedono solo l’accortezza di una lettura oggettiva e serena. Strumentalizzazioni, confusioni, sovrapposizioni, non so se dettate più dalla scarsa conoscenza dei percorsi procedurali che da effettiva malafede, non servono a capire quanto accade e ad introdurre eventuali correttivi», replica, a sua volta, il vicesindaco con delega al welfare, Francesca Malafoglia.

Discriminazione «Non si può parlare assolutamente – prosegue il vicesindaco – di discriminazione degli italiani a vantaggio degli stranieri. Tantomeno lo si può fare partendo dalla graduatoria definitiva. Come quasi tutti sanno, o comunque lo dovrebbero sapere quantomeno coloro che si occupano di pubblica amministrazione e hanno frequentazione quotidiana con la sede comunale, in data 29 novembre 2014 è stata pubblicata la graduatoria, cosiddetta definitiva, delle domande ammesse al bando anno 2014. In questa graduatoria sono inseriti i punteggi dei richiedenti in modo decrescente sulla base delle autodichiarazioni rese da ciascuno al momento della compilazione della domanda. La graduatoria è redatta, dunque, sulla base delle autodichiarazioni e prodotta da un programma informatico regionale in cui vengono inseriti i dati dichiarati».

I punteggi Questa graduatoria «non ha nulla a che vedere con quella di assegnazione, che viene redatta sulla base dei lavori della commissione per le assegnazioni. La commissione esamina – continua – una ad una le domande inserite nella graduatoria e controlla che le autodichiarazioni rese siano conformi ai documenti acquisiti agli atti d’ufficio e accerta se il richiedente conferma, perde o aumenta il punteggio. Nel concreto: la prima classificata della prima graduatoria, una donna non italiana, aveva 19 punti, nella graduatoria di assegnazione è risultata non avente diritto in quanto la commissione ha confermato solo il punteggio di 4 punti».

I lavori della commissione All’esito delle due sedute della commissione «sono state esaminate 35 domande della graduatoria definitiva, risultano inseriti nella graduatoria di assegnazione solo 15 richiedenti di cui 8 italiani e 7 stranieri. Fermo restando che occorre aspettare che si concludano i lavori della commissione che vanno avanti in base al numero degli alloggi effettivamente disponibili. Mi sembra che le percentuali siano ben diverse da quelle messe in giro in queste ore da persone non informate».

I regolamenti Si può «tranquillamente discutere – sottolinea Francesca Malafoglia – sulle politiche che sono a monte dei regolamenti, si può chiedere o meno una modifica. A tal proposito questa amministrazione ha già reso noto al consiglio comunale, nell’ambito dei lavori della seconda commissione, trovando un riscontro proficuo, che è stato avviato un lavoro sistematico per arrivare a un vero e proprio piano dell’abitare, in sinergia con l’assessorato all’urbanistica e con l’Ater».

Fobie «Cosa ben diversa è dar luogo a letture dei dati che lasciano a bocca aperta. Uno stupore che non conosce confini quando si arriva a parlare di valutazione della pericolosità sociale, una materia che certamente non compete al Comune o alla Regione, ma agli organi che amministrano la giustizia. Altrimenti si rischia, anche in questo caso, di fare tanta e tanta confusione, arrivando ad alimentare luoghi comuni e fobie queste sì con rilevanza e pericolosità sociale».

La solidarietà A Francesca Malafoglia arriva anche la «solidarietà per essere stata oggetto di una polemica priva di senso», da parte del coordinamento di ‘Cittaperta TerniDinamica’, secondo il quale, .«se ha una colpa non è certamente quella di ‘dare i numeri’ che corrispondono al vero, ma che il suo atteggiamento è invece fin troppo educato e prudente».

Gli stranieri La risposta da dare, secondo ‘Cittaperta TerniDinamica’ deve essere «politica, perché gli stranieri regolarmente presenti esprimono un bisogno abitativo maggiore dei cittadini italiani. Questo si può spiegare col fatto che la maggioranza degli italiani è già padrona di casa e con le maggiori difficoltà economiche in cui si trovano gli immigrati. Infatti hanno subito maggiormente gli effetti della crisi. Essi, come ci dicono i dati, contribuisco ad oltre il 10% della formazione del Pil nazionale ricevendo indietro meno del 3%. Sono i meno pagati, i meno tutelati i più sfruttati. Si occupano di lavori che in Italia pochi farebbero».

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