Terni, chiusa Spada Bis Gli indagati sono sette

L’inchiesta sulle consulenze era emersa a dicembre con tre arresti, fra cui quello dell’ex assessore comunale Piacenti D’Ubaldi

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di F.T.

L’indagine, subito denominata ‘Spada bis’ e condotta dal procuratore capo Alberto Liguori, dal sostituto Marco Stramaglia e dal nucleo di polizia economico finanziaria della finanza di Terni – coordinato dal tenente colonnello Fabrizio Marchetti – era emersa in maniera clamorosa lo scorso 21 dicembre con gli arresti dell’ex assessore comunale al bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi, dell’ex presidente di TerniReti Vincenzo Montalbano Caracci. Al centro, alcune consulenze affidate dal Comune di Terni, da TerniReti e dall’azienda speciale delle Farmacie Municipali (poi diventata FarmaciaTerni Srl, ndR) al commercialista riminese Roberto Camporesi – anche lui arrestato dalle fiamme gialle – che, per gli inquienti, erano state conferite direttamente senza alcuna gara o procedura comparativa.

LE INCHIESTE SUL COMUNE DI TERNI

Vittorio Piacenti D’Ubaldi

Sette indagati Nei giorni scorsi la procura di Terni ha concluso le indagini preliminari, notificando il relativo avviso ai sette indagati. Oltre ai tre arrestati, l’indagine riguarda anche l’ex vicesindaco di Terni Libero Paci, il dirigente comunale Francesco Saverio Vista, l’ex dirigente comunale Maurizio Galli e l’ex presidente di FarmaciaTerni Stefano Mustica. A Piacenti, Camporesi e Montalbano vengono contestati sia la ‘turbata libertà degli incanti’ che la ‘turbata libertà di scelta del contraente’. Questo secondo reato è contestato anche a Vista, Paci e Mustica, mentre il primo – ‘turbata libertà degli incanti’ – a Galli.

INCHIESTA SPADA: «SENSO DI IMPUNITÀ»

Roberto Camporesi

Le contestazioni Il primo capo di imputazione – relativo a Paci, Vista e Camporesi – è relativo ad una consulenza affidata nell’aprile del 2012 dal Comune al commercialista (40 mila euro il compenso fra parte fissa e variabile) che, incentrata sul percorso di privatizzazione delle farmacie comunali, avrebbe finito per configurare una violazione fraudolenta del Codice degli appalti. Ancora un percorso di trasformazione – da AsFM in FarmaciaTerni nel 2015 – è al centro del secondo capo contestato a Piacenti, Mustica e Camporesi, dove il consulente avrebbe operato su incarico dei primi due, definendo la delibera di giunta, poi approvata, la bozza di statuto ed il disciplinare dei servizi. Un iter che si sarebbe concluso con l’affidamento diretto dell’incarico, e il pagamento della somma di 15 mila euro, da parte della ‘controllata’.

Piacenti D’Ubaldi Montalbano Caracci

La selezione ad evidenza pubblica Sempre FarmaciaTerni, ed in particolare la procedura selettiva ad evidenza pubblica per stimare il valore commerciale della società in ottica privatizzazione, è al centro del terzo capo che vede indagati Camporesi, Piacenti e Galli. Secondo gli inquirenti sarebbe stato lo stesso commercialista a definire la bozza di determina dirigenziale che avrebbe dovuto dare avvio alla procedura selettiva, favorendo in tal modo sè stesso. Una ‘gara su invito’, quella bandita dal Comune, a cui il Camporesi non avrebbe inizialmente partecipato, salvo poi inviare – era l’aprile del 2017 – una nota al Comune in cui manifestava il proprio interesse a partecipare. Un’istanza accolta dal Comune, con tanto di modifica del termine per presentare le domande, anche se il consulente sarebbe stato poi escluso dalla commissione giudicatrice.

Capitolo TerniReti Gli ultimi tre capi di imputazione sono relativi ad altrettante consulenze affidate da TerniReti – partecipata dal 100% dal Comune di Terni – allo stesso Camporesi. Secondo la procura sia l’ex assessore Piacenti che l’ex presidente della controllata Montalbano Caracci, avrebbero operato per fare in modo che gli incarichi – per un totale di corrispettivi superiore ai 50 mila euro – andassero direttamente al commercialista, senza passare attraverso alcuna produra selettiva.

Prossimi step Con le indagini concluse, spetterà al procuratore Liguori ed al pm Stramaglia valutare i contenuti di eventuali interrogatori e memorie difensive da parte degli indagati. Il prossimo step è rappresentato dalle possibili richieste di rinvio a giudizio, al netto di eventuali archiviazioni che l’autorità giudiziaria potrebbe disporre. Fra i legali difensori dei sette figurano gli avvocati Attilio Biancifiori, Salvatore Francesco Donzelli, Francesco Montalbano Caracci, Federica Pasero, Dino Parroni, Giovanni Boldrini e Giampaolo Colosimo.

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