Terni, cipressi malati: patrimonio a rischio

Centinaia di piante secolari del cimitero di Terni sono affette da un parassita-killer. La cura c’è ma nessuno si sta attivando

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Un giovane cipresso 'aggredito'

Un giovane cipresso ‘aggredito’

di F.T.

Un patrimonio arboreo centenario rischia di scomparire: è quello rappresentato dai cipressi del cimitero di Terni – centinaia e molti dei quali con un’età da record – affetti da Seiridium cardinale (detta anche ‘cancro del cipresso’), un microscopico parassita fungino che sta divorando quasi la totalità delle piante, con disseccamenti evidenti – una sorta di necrosi – su chiome e cortecce.

I CIPRESSI MALATI: IMMAGINI

Terni, cipressi malati di 'cancro' - 8 settembre 2015  (9)

Le conseguenze della ‘malattia’

La vicenda Il problema, che riguarda i cipressi in genere, si era già palesato nel 1997 nello stesso luogo. In quell’occasione la Comunità montana era intervenuta su indicazione del Comune e, attraverso uno specifico trattamento chimico a base di ‘pioggia di rame’ – attuato in quell’occasione anche sugli alberi del cimitero di Narni Scalo – si era riusciti a salvare oltre il 90% delle piante. Le poche che non ce l’avevano fatta, erano state sostituite con altre giovani.

Un cipresso malati, di fronte alla tomba di Liberati

Un cipresso malati, di fronte alla tomba di Liberati

L’infezione Il ‘cancro del cipresso’ – malattia che ha colpito negli ultimi mesi anche il ‘duplice filar’ di Bolgheri, caro al Carducci – è un’infezione che rischia di portare le piante alla morte nel giro di poco tempo. Si presenta ciclicamente, ogni dieci/quindici anni, ed è legata anche a condizioni climatiche particolari come l’eccesso di caldo e umidità. Una situazione, questa, che ha caratterizzato buona parte dell’estate 2015 e che ora potrebbe causare la distruzione di un patrimonio senza eguali. La stima relativa la numero di cipressi del cimitero urbano di Terni è di circa 600 unità, molte delle quali superano abbondamente i 100 anni di età, con fusti alti fino a trenta metri.

Allarme L’intervento che potrebbe salvarli non è stato ancora predisposto: fra i soggetti che potrebbero attuarlo c’è l’Agenzia forestale regionale. Ma serve un input da parte del Comune che ad oggi, e con il tempo che stringe, non è ancora arrivato. In pratica si dovrebbe irrorare l’intera pianta con un prodotto che, dicono gli esperti in materia, è privo di conseguenze tanto per le persone quanto per gli animali e in particolare i volatili che trovano rifugio nelle piante. Un trattamento salva-vita che ha già dato i suoi frutti in passato. E che dovrà essere attuato, per evitare che le piante – veri e propri ‘monumenti’, memoria di tanti cittadini – non debbano essere abbattute a colpi di motosega.

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