Terni, Cisl su Comune: «Lavoratori a rischio»

Celestino Tasso: «Prima di dar corso alle manovre di rientro, azzerare e commissariare tutti i Cda delle società che avessero contribuito al dissesto finanziario»

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di Celestino Tasso
coordinatore Cisl Umbria Terni

Il sindaco Leopoldo Di Girolamo ha presentato al Consiglio Comunale il piano di rientro economico, individuato dalla Giunta per far fronte ai debiti accumulati dando così via al percorso di pre dissesto finanziario soft che dovrebbe spalmare il rientro dei debiti in un arco temporaneo, da definire, che dovrebbe oscillare tra i cinque e i dieci anni.

Rispetto al predissesto la posizione della Cisl Umbria Terni è chiara: la quantità, la trasparenza e la certificazione del buco di bilancio sono elementi fondamentali per comprendere, discutere ed eventualmente condividere tutte le azioni che la Giunta vorrà e dovrà mettere in campo per sanare tale esposto di scoperto; siamo altresì interessati a conoscere, sia i motivi e sia le cause del disavanzo di bilancio, perché se non venissero rimossi motivi della creazione del debito, reputiamo inefficiente, inefficace e irrisoria qualsiasi manovra di sanatoria; se le cause dello scoperto di bilancio dovessero essere riconducibili, anche alla cattiva gestione dei manager che hanno sino ad ora gestito le Società dell’Ente pubblico reputiamo indispensabile, prima di dar corso alle manovre di rientro, azzerare e commissariare tutti i Consigli di Amministrazione delle Società interessate che avessero contribuito al dissesto finanziario.

Per quello che riguarda Asm e la sua ipotetica strategia di partecipazione con soggetti terzi privati/pubblici chiediamo un incontro urgentissimo tra Ooss., il CdA Asm e gli Assessori competenti per conoscere, non solo le motivazioni di tale scelta annunciata, ma la condivisione del piano industriale e la futura gestione dei servizi onde evitare che eventuali scelte possano penalizzare i lavoratori in primis e in seconda battuta, sia i servizi che le relative tariffe con la conseguente ricaduta sulla cittadinanza.

A tutela dei dipendenti e dei lavoratori della ex Aziende Farmacie Municipali Terni e oggi FarmaciaTerni Srl. La Cisl Umbria Terni fa presente quanto segue: di essere preoccupati per la piega che sta assumendo la vicenda della FarmaciaTerni Srl e dalle dichiarazioni del sindaco di Terni: «Sulla vendita delle farmacie è il Comune che decide nell’ambito degli interessi dell’Ente e della comunità che rappresenta e governa….»; di prendere atto, ma di non condividere le dichiarazioni rilasciate dal sindaco a nome della giunta tendenti a voler considerare residuali le farmacie pubbliche di proprietà dell’Ente Comunale; di essere contrari alla ipotesi della vendita globale delle farmacie comunali, come di essere contrari alla eventuale privatizzazione con cessione di quote di maggioranza a uno o più soggetti privati, ma di essere favorevoli all’ingresso dei privati in quote di minoranza; di essere preoccupati per il futuro dei dipendenti che, rispetto alle ipotesi ventilate, a cui siamo contrari, possono correre il rischio di vedersi messo in discussione il futuro lavorativo.

Se la Giunta dovesse scegliere il percorso di vendita di quote di maggioranza, reputiamo indispensabile e irrinunciabile che il personale debba rimanere alle dipendenze dello stesso Comune di Terni e pertanto chiediamo di procedere immediatamente, prima dell’alienazione, alla modifica dell’articolo 27 del contratto di servizio stipulato con FarmaciaTerni srl; di essere contrari a qualsiasi ipotesi di spezzatino di vendita di una o più farmacie senza che si tenga conto della globalità dell’insieme e della complessità dei servizi prestati; di essere preoccupati dal clima di “caccia alle streghe” ultimamente emerso all’interno della FarmaciaTerni srl, che in aperta violazione dell’articolo 22 dello Statuto dei Lavoratori, legge 300, ha provveduto a spostare la Rsa della Fisascat Cisl Umbria senza il preventivo consenso delle stessa organizzazione sindacale e per questo come Cisl Umbria abbiamo dato mandato al nostro legale di verificare la sussistenza di tale violazione e dell’eventuale ricorso all’articolo 28 Legge 300 a tutela del lavoratore e dell’immagine della stessa organizzazione sindacale.

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