Terni, debiti Comune: ecco chi li pagherà

Imprese e titolari di seconde case particolarmente penalizzati dalla procedura di accesso al fondo di rotazione. Il documento integrale proposto dalla giunta

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Il documento – che umbriaOn è in grado di proporre in versione integrale – parte da alcuni presupposti: al fine di giungere al risanamento dei conti del Comune di Terni, la giunte intende «introdurre misure integrative come il Fondo di rotazione», perché «riteniamo responsabile nei confronti della città evitare che la mancata approvazione del Piano (di risanamento; ndr) porti alla procedura di dissesto». 

Francesco Filipponi

Vertice soft Il documento è stato presentato nel pomeriggio di giovedì ai consiglieri comunali di maggioranza e, racconta il capogruppo del Partito Democratico, Francesco Filipponi, «dopo essere stato valutato con grande attenzione, è stato oggetto di un dibattito serio e sereno, al termine del quale è stato deciso di aggiornare la riunione a martedì prossimo. Quando verranno forniti alcuni dettagli che sono stati giudicati importanti, ma ritengo di poter dire che la maggioranza appare orientata a valutare positivamente la proposta della giunta».

IL DOCUMENTO PRESENTATO AI CONSIGLIERI COMUNALI DI MAGGIORANZA

L’assessore Piacenti D’Ubaldi

I rischi Nel testo si legge che, sempre a giudizio della giunta, «il dissesto sarebbe una iattura per la comunità ternana, in quanto obbligherebbe l’assunzione di misure ben più severe rispetto a quelle (obbligatorie) previste per il Piano pluriennale di riequilibrio con accesso al Fondo di rotazione. In caso di dissesto l’incremento al massimo delle imposte e tasse sarebbe obbligatorio per un periodo non inferiore a 5 anni, mentre con il Fondo di rotazione tale misura sarebbe da mantenere per un periodo limitato alla durata del piano e comunque fino al completamento, nel nostro caso, del pagamento dei debiti fuori bilancio che potrebbe concludersi già nel 2018, subito dopo l’erogazione della liquidità del fondo da parte del Mef. La procedura di dissesto implicherebbe interventi sul personale prevedendo in presenza di particolari circostanze anche la messa in mobilità dei dipendenti comunali in esubero».

Leopoldo Di Girolamo

Le certezze Il ricorso al Fondo di rotazione, ha chiarito la giunta, «è però condizionato al rispetto di alcune pre-condizioni nonché da obbligazioni da rispettare in caso di accesso. In particolare le condizioni per l’accesso sono: la deliberazione di aliquote o tariffe nella misura massima prevista; l’impegno ad alienare beni patrimoniali disponibili; la rideterminazione della dotazione organica, fermo restando che la stessa non può essere variata in aumento per la durata del piano di riequilibrio. In caso di accesso al Fondo, l’ente è obbligato, inoltre, ad adottare entro il termine dell’esercizio finanziario le seguenti misure di riequilibrio della parte corrente di bilancio: riduzione delle spese di personale, mediante eliminazione di specifiche voci dai fondi della retribuzione accessoria; riduzione, entro un quinquennio, del 10% delle spese per prestazioni di servizi; riduzione, entro un quinquennio, del 25% delle spese per prestazioni di servizi; blocco dell’indebitamento».

Tasse e tributi L’incremento della tassazione locale per Imu e Tasi, è stato spiegato , «inciderà per circa 1,2 milioni di euro sulle utenze residenziali (escluse le prime case) e per la differenza sulle utenze per attività produttive e sulle aree fabbricabili. Relativamente alle utenze domestiche l’incidenza maggiore si realizza nei confronti dei proprietari delle seconde case (terze e oltre) che hanno locato le proprie abitazioni ‘a canone concordato’ (+29,55%) o concessi in uso gratuito a parenti (+11,76%); mentre per quanto riguarda le utenze non domestiche gli aumenti incideranno prevalentemente sui proprietari di aree edificabili (+32,56%) e sui proprietari degli immobili di categoria D (+31,03%). L’aumento sulle altre attività produttive (negozi e laboratori artigianali, eccetera) sarà di circa l’8,5%. Nessun effetto é invece prodotto sui proprietari della ‘prima case in quanto già ora tali tributi sono esenti». Per l’addizionale Irpef  non cambia l’aliquota, mentre è facoltà dell’amministrazione eliminare la quota esente che era stata incrementata l’anno passato portandola da 12.000 a 12.500. Tale misura comporterebbe un ulteriore incrementa di gettito pari a 633.711 euro. Il costo dei servizi a domanda individuale non aumenta in quanto già oggi il tasso di copertura delle tariffe è superiore ai limiti di legge. Solo le tariffe dei campi sportivi sarebbero da ritoccare con un’incidenza molto limitata sui contribuenti».

La Tari La giunta, poi, ha detto che «grazie all’incremento della raccolta differenziata il costo complessivo del servizio di raccolta e conferimento dei rifiuti scenderà nel 2018 di un importo di oltre 3 milioni di euro di cui 2,7 milioni inciderà sulla riduzione delle tariffe. La proposta su cui si sta lavorando è quella di ridurre la Tari prevalentemente sulle attività produttive non dimenticandosi anche delle utenze domestiche che tanto hanno contribuito agli ottimi risultati sulla raccolta differenziata». 

Debiti fuori bilancio Nel testo, poi, dopo aver spiegato che «l’aggiomamento del Piano non ne modifica la struttura, la durata e la scadenza (a questo proposito decisivo darebbe stato il parere dei ‘consulenti legali’, che avrebbero sconsigliato, precedenti e sentenze alla mano, il prolungamento; ndr)», si è chiarito che «l’entita complessiva della massa passiva aggiornata si è modificata come segue: debiti fuori bilancio ‘riconoscibili’ per 6.584.045,19 euro, con una leggera riduzione rispetto al piano approvato nel 2016; disavanzo di amministrazione risultante dal rendiconto 2016 per 7445.015 euro (comprensivo di quello generato nel 2015 non ancora assorbito) articolato come segue:  passività potenziali per  5.800.000 euro confluite attraverso gli accantonamenti effettuati nel rendiconto 2016 nel risultato d’amministrazione 2016; per la parte residua di  1.645.015,03 euro quale ulteriore disavanzo di amministrazione risultante dal rendiconto 2016. Il valore totale della massa passiva è quindi pari ad 14.029.060 euro».

Una farmacia comunale

Scoglio farmacie La giunta ha anche specificato che – anche se resta pendente il ricorso della Cgil al Tar – la procedura di dismissione della maggioranza delle quote di FarmaciaTerni va avanti come previsto, mentre sarebbe tassativa la necessità di approvare tutto quello che il documento prevede entro la fine dell’anno. Il capogruppo PD ha già detto che a suo avviso la cosa è fattibile, ma dalla riunione di giovedì piedi qualcuno è uscito scuotendo la testa  – la ‘mazzata’ sulle attività produttive non è piaciuta a molti – e i malumori potrebbero riverberarsi nella seduta di consiglio comunale in programma per lunedì, quando al primo punto all’ordine del giorno c’è proprio la questione farmacie.

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