di S.F.
Un triplo ricorso al Tar Umbria (numeri 32, 36 e 42 del 2021) per la stessa ragione e contro lo stesso ente, vale a dire la Provincia di Terni. Tutto a causa di una diffida – tecnicamente è una nota dell’area tecnico giuridica del servizio ambiente – partita da palazzo Bazzani in riferimento all’ex discarica per i rifiuti solidi urbani in vocabolo Valle. Motivo? L’individuazione dei responsabili della contaminazione delle acque sotterranee dell’area. Destinari Ast, Comune e Asm che, in linea di massima, non l’avevano presa benissimo all’epoca. La questione specifica è stata risolta. Tuttavia c’è ancora da chiudere il cerchio sull’indagine di base.
Discarica Valle Terni, diffida per Asm, Ast e Comune: tutti al Tar
Il ritiro in autotutela
Perché se ne torna a parlare? Semplice, martedì 7 marzo al Tar Umbria è programmata l’udienza pubblica di merito per parlare della vicenda. In realtà da quanto risulta già da tempo la Provincia ha ritirato la diffida in autotutela in seguito alla valanga di ricorsi. Ne è conseguito un nuovo procedimento – non concluso per ora – per l’individuazione dei responsabili e, magari, il risarcimento del danno ambientale. Partita delicata come facile immaginare. D’altronde il tema base è l’area Sin Terni/Papigno. Gli avvocati coinvolti al Tar sono Daniele Carissimi (Asm Terni), Simone Budelli, Luca Raffaello Perfetti, Alessandro Salustri (Ast), Paolo Gennari, Francesco Silvi (Comune) e l’avvocatura distrettuale di Perugia per il ministero dell’ambiente e la sicurezza energetica. Come detto tuttavia c’è stato il ritiro in autotutela e dunque su questo fronte l’iter dovrebbe vedere la parola fine. Richiesto in tal senso il passaggio in decisione senza discussione da remoto. Sul resto si vedrà.