«Terni mortificata. Vertenza Umbria meridionale attuale»

Il consigliere comunale M5S Luca Simonetti: «Tutte le peggiori scelte della Regione si accettano in silenzio. Sindaco assente. Terni e Spoleto unite fanno paura»

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Terni, Spoleto, l’attenzione per la parte meridionale dell’Umbria, il riequilibrio territoriale e l’aspetto sanitario per l’emergenza Covid-19. Sono i temi con i quali il consigliere comunale del M5S, Luca Simonetti, attacca il sindaco Leonardo Latini e la Regione.

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

Luca Simonetti

Il riequilibrio territoriale e i mulini del nord

L’esponente pentastellato sottolinea che «sono passati due anni da quando il Movimento Cinque Stelle ha presentato nel consiglio comunale di Terni un atto di indirizzo per valutare concretamente la possibilità di dare vita alla nuova provincia di Terni e Spoleto. Un atto prima rinviato in commissione dal consiglio comunale e poi scomparso a colpi di menefreghismo da parte del centrodestra; è chiaro che Terni e Spoleto unite fanno paura a chi per decenni ha beneficiato di un sistema regionale che ha portato l’acqua sempre e soltanto ai mulini del nord. Basti pensare alle partite strategiche quali quelle delle infrastrutture, della sanità, dell’università, dei fondi strutturali, tanto per citarne alcune. Eppure in campagna elettorale – ricorda Simonetti – e nelle linee programmatiche del sindaco Leonardo Latini quella del riequilibrio territoriale pareva essere una priorità. Oggi sappiamo che non è così, anche su questo tema il sindaco è assente».

SPOLETO VUOLE ENTRARE NELLA PROVINCIA DI TERNI

Il sindaco di Terni Leonardo Latini

Il silenzio

Simonetti aggiunge che «tutte le peggiori scelte della Regione si accettano in silenzio, d’altronde abbiamo visto a Spoleto cosa accade a chi si mette contro il partito egemone. La disciplina verso i capibastone viene prima degli interessi dei cittadini. Altro che riequilibrio territoriale, complice l’emergenza sanitaria l’Umbria meridionale è diventata terreno di saccheggio della giunta Tesei. Basta vedere le scelte fatte per gli ospedali di Narni, Amelia, Spoleto, Pantalla, o quelle rispetto gli ospedali da campo, dove a Perugia, guarda caso, è finito quello inviato dal Governo e dall’Esercito con tanto di allestimenti e personale medico. A Terni invece una struttura generosamente offerta dalla Croce Rossa ma da attrezzare completamente con presidi sanitari e personale».

Il riconoscimento del ruolo

Per il consigliere del M5S è assurdo «anche il silenzio dinanzi alla ex Milizia, 3000 metri quadrati di struttura già pronti che con pochissimo potrebbero ospitare decine di degenti Covid mentre Coletto e Bertolaso pensano di portare in modo itineranti i pazienti umbri e 45 tra medici infermieri ed Oss. Questo mentre a Spoleto manca il personale sanitario, così come in tutte le strutture mediche di questa parte dell’Umbria dimenticata da Dio. La vertenza dell’Umbria meridionale – conclude – oggi come ieri è sempre più attuale, inutile continuare a parlare di strisce pedonali rifatte. Il futuro di Terni passa innanzitutto attraverso le questioni fondamentali per il suo futuro, prima fra tutte, il riconoscimento del suo ruolo nel contesto regionale».

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