Terni, false revisioni: chiesto il processo

Indagati il titolare e un dipendente di un’autofficina per oltre 170 certificazioni ‘taroccate’. Udienza preliminare a marzo

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L’udienza preliminare è stata fissata per l’8 marzo prossimo e spetterà al gup decidere se i due indagati – il titolare e un dipendente di un’autofficina di Terni, difesi dagli avvocati Carlo Viola ed Erika Brunori – dovranno essere giudicati dal tribunale, anche attraverso riti alternativi, o potranno mettersi la vicenda alle spalle. L’indagine, condotta dai carabinieri della Compagnia di Terni, aveva portato alla luce oltre 170 revisioni di automezzi ‘taroccate’, al pari dei tagliandi finiti su ciascun libretto di circolazione. Il tutto, secondo gli inquirenti, per incassare interamente l’importo previsto per ciascun veicolo – 65 euro – senza dover stornare nulla al ministero dei trasporti.

La richiesta Per i due il pm Barbara Mazzullo ha chiesto il rinvio a giudizio, mantenendo inalterate le contestazioni formalizzate nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari: falsità ideologica e materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, per entrambi, e truffa solo nei confronti del titolare dell’impresa che nel giugno del 2014 si era visto revocare dalla Provincia la licenza ad effettuare revisioni.

I fatti sarebbero avvenuti fra il dicembre del 2012 e il marzo del 2014. Decine di automobilisti ternani si erano rivolti all’autofficina, al tempo centro revisioni, per adempiere l’obbligo previsto. Tutto si era svolto in maniera apparentemente regolare, incluso il rilascio dei certificati. Poi alcuni controlli casuali – con le revisioni risultate inesistenti per la motorizzazione civile e lo stesso ministero – avevano fatto nascere i primi sospetti, confermati dalle successive verifiche a tappeto su decine di automezzi.

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