Terni, gli ex candidati ‘giudicano’ il sindaco

A cento giorni dall’elezione di Leonardo Latini, abbiamo chiesto ai suoi ex ‘competitor’ un giudizio sull’amministrazione. E una proposta

Condividi questo articolo su

di Francesca Torricelli

Sono passati 4 mesi da quando Leonardo Latini è stato eletto sindaco di Terni. L’avvocato candidato del centrodestra ha, infatti, vinto le elezioni comunali al ballottaggio contro Thomas De Luca del Movimento 5 Stelle. umbriaOn ha intervistato gli ex candidati alla poltrona di sindaco, chiedendo un giudizio su come Latini e la sua giunta stanno amministrando fino a questo momento, e una proposta per la città.

Thomas De Luca

Thomas De Luca e le ‘supercazzole’

Secondo Thomas De Luca, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, nelle ultime elezioni sconfitto al ballottaggio da Leonardo Latini, «nonostante abbia un’ottima opinione rispetto alle qualità umane e morali del nuovo sindaco, è evidente che la giunta Latini finora abbia mostrato molte ombre e pochissime luci. Da parte nostra c’è stata la massima collaborazione a lavorare per il bene della città, disponibilità che abbiamo riscontrato solo in poche persone. L’immagine commerciale della campagna elettorale è svanita confermando ciò che avevamo previsto: poca competenza, tante ‘supercazzole’. Una giunta non costruita sulle esigenze della città ed un progetto, ma fatta su misura per garantire gli equilibri precari di una coalizione di centrodestra che sta perdendo clamorosamente pezzi giorno dopo giorno. È evidente che in queste condizioni Latini non possa fare quelle scelte coraggiose di cui Terni ha bisogno». Il pentastellato, poi, incalza: «Diciamocelo chiaramente, il grande assente di questa esperienza di governo è il programma, in questa fase chi amministra sta navigando a vista disperdendo tempo e perdendo quelle opportunità economiche che quotidianamente si materializzano nei bandi pubblici della Regione o di altri enti. È prioritario che un Comune dalle casse vuote si doti di un assessorato ed un apposito ufficio legato al funding, cioè alla caccia alle risorse economiche derivanti dai fondi europei diretti o indiretti, che abbia interlocuzioni costanti con la Regione per attingere alle risorse ed indirizzare la programmazione dei nuovi piani di finanziamento, per rispondere realmente alle necessità dei cittadini. Non basta qualche incontro a spot fra politici per concretizzare questo scenario. La grande battaglia è quella del riequilibrio territoriale è fondamentale un’azione di lobbying perché la nostra città abbia le risorse che merita, serve coraggio e nuova consapevolezza nei rapporti con gli altri enti pubblici e con le multinazionali, sulle questioni del lavoro come su quelle dell’ambiente e delle congrue compensazioni economiche per il territorio».

Paolo Angeletti

Paolo Angeletti

Diversa l’idea di Paolo Angeletti – alle elezioni era candidato sindaco per il Partito Democratico e per la lista civica ‘Terni immagina’, ora presidente del gruppo ‘Terni immagina’ in consiglio comunale – perché secondo lui «è ancora troppo presto per potersi esprimere sull’attuale amministrazione. I problemi in ballo sono tanti e dettati da motivi urgenti. In queste condizioni io non mi sento ancora di esprimere un giudizio ponderato. Oltretutto il bilancio approvato in sede locale non sarà attivo fino alla definitiva approvazione ministeriale che richiederà qualche mese. In ogni caso aspettiamo le linee programmatiche che il sindaco ha promesso di esporre in settimana. Si possono giudicare solo alcune tendenze. Faccio alcuni esempi, per le prime esperienze avute in consiglio e commissioni varie. Trovo alcuni settori attivi e propositivi: parlo dell’assessore all’ambiente Salvati che si è data da fare sia sul piano operativo che programmatico, attivando un utile convegno (sulla situazione ambientale a Terni, ndR), comunque dimostrando un’estrema disponibilità. È impossibile non sottolineare la proficua attività dell’assessore Melasecche sul piano operativo, come per la Telfer ad esempio; trovo, invece, discutibili e gratuiti i suoi frequenti attacchi alla precedente amministrazione e a tutti quelli che considera i suoi avversari. Noto, inoltre, atteggiamenti propositivi da parte degli assessori Giuli e Cecconi: il primo per il suo ‘disperato’ impegno per la cultura e per il turismo, nonostante i ben noti problemi finanziari; il secondo per la notevole dose di buon senso dimostrata negli incontri e nelle proposte in giunta. Non ho alcuna difficoltà ad esternare questi apprezzamenti, nonostante la mia totale estraneità e contrarietà ai valori e agli atteggiamenti del più numeroso partito di maggioranza. Il mio carattere mi impone di essere in opposizione quando occorre e propositivo quando vi siano le condizioni.  Mi lascia perplesso l’atteggiamento dell’assessore Dominici quando, in maniera del tutto positiva, afferma di voler mettere ordine nelle aziende partecipate, annunciando minacciosamente azioni legali o simili. Del sindaco devo parlare bene, perché, nonostante le molte voci circolate in campagna elettorale e nonostante la mia assoluta contrarietà ai valori portati dalla Lega, è una persona perbene, tranquilla, onesta e si sta impegnando, anche con fatica, in un difficile compito». Poi un consiglio che Angeletti fa a tutta la maggioranza, in particolare al partito numericamente preponderante e a tutta la giunta, «da persona che crede fermamente nei valori della sinistra, è di cercare di amministrare la città con il giusto buonsenso, dettato dai numerosi problemi pressanti e dalla necessità di programmarle un futuro, economicamente e socialmente sostenibile, evitando di farsi guidare da facili populismi e da derive che, su scala nazionale e mondiale, stanno distruggendo la democrazia. In alcuni casi noto una certa tendenza a seguire sani criteri di buonsenso e una dose di buona volontà ad essere utilmente propositivi, altre volte mi sembra che prevalgano quegli atteggiamenti e quelle proposte che non condivido e non mi sento di approvare. Infine mi sia consentito un appello a tutti i consiglieri, anche se so già che ciò mi costerà parecchia impopolarità: l’ho ribadito in diverse occasioni, cerchiamo di essere concreti, evitiamo sterili polemiche e attacchi gratuiti. La città ha bisogno di proposte, soluzioni, interventi programmatici seri».

Alessandro Gentiletti

Alessandro Gentiletti

Alessandro Gentiletti – alle elezioni concorreva alla carica di sindaco con una lista civica di sinistra, oggi presidente del gruppo ‘Senso civico’ in consiglio comunale – non può nascondere «che questi primi mesi di attività della nuova amministrazione sono stati alquanto deludenti. Se da un lato il sindaco Leonardo Latini certamente è riuscito a dare un volto più umano all’amministrazione, dimostrando attenzione e rispetto per gli avversari politici e per le piccole cose della città, come ad esempio la pulizia delle strade, dall’altro non è parso all’altezza delle grandi sfide essenziali che dobbiamo affrontare per realizzare quel cambiamento radicale e quella inversione di rotta che servono alla città e alla sua ripresa. C’è una disoccupazione giovanile al 50%, le attività commerciali sono in crisi, l’industria pesante non rappresenta più quella forza che aveva in un passato ormai lontano. Le cittadine e i cittadini si sentono insicuri non tanto per il fenomeno migratorio ma per l’assenza di prospettive di lavoro e per colpa di un’economia che tarda a ripartire. Il turismo è ancora inesistente e la situazione ambientale è estremamente complessa. Dopo 100 giorni il sindaco non ha ancora presentato le sue linee programmatiche. Lo farà il 26 ottobre, dopo le mie richieste insistenti. Per ora, quindi, non posso non notare che è stato perso già tanto, troppo tempo. È vero che sono passati pochi mesi dall’insediamento, ma la città non può permettersi il lusso di perdere neanche un minuto e nella società di oggi, ogni giorno è fondamentale per scrivere la storia. Il sindaco, in questi mesi, purtroppo non ha dimostrato di possedere le qualità politiche per essere all’altezza delle sfide fondamentali, né per essere il punto di incontro delle eccellenze e della voglia di cambiamento che si vive in città. Troppo spesso si è fatto tenere prigioniero, tranne rare eccezioni come l’atto di indirizzo sull’accattonaggio, dalla demagogia inconsistente del suo partito. È apparso appiattito sui luoghi comuni delle destre leghiste e più retrive. Si è fatto soverchiare da figure ingombranti con le quali ha scelto di formare la sua giunta e già ha perso il consenso consiliare di pezzi della sua maggioranza. Tutto questo rappresenta un peccato, perché Terni, come dimostrano anche recenti dati regionali, ha enormi potenzialità per ripartire e invertire il declino che negli ultimi anni l’ha travolta. Perché il sindaco personalmente è una persona capace e con grandi qualità umane. Mi auguro che la rotta si inverta quanto prima ed io, da oppositore, sono a disposizione perché, come ho detto nel messaggio di auguri inviatogli pubblicamente dopo l’insediamento, gli interessi della città che lo ha eletto prevalgano su quelli della politica che lo sostiene». Tante sono le proposte presentate da Gentiletti «in campagna elettorale e che avrebbero composto il mio programma di governo. Fra queste, in particolar modo tengo a quelle che riguardano l’ambiente e il lavoro. Se devo indicarne una soltanto, prenderei il piano urbano della mobilità sostenibile. Permettere alle persone di spostarsi in modo agile e intelligente affronta in modo significativo non solo la questione ambientale ma realizza l’obiettivo principale della politica che è quello di migliorare la qualità della vita delle persone. Questa sarebbe certamente una proposta che offrirei alla giunta e al sindaco. Se ci fosse spazio per una seconda proposta suggerirei anche di riprendere subito il discorso sul ruolo territoriale di Terni, guardando al corridoio Civitavecchia Ancona, alla nord area metropolitana romana».

Andrea Rosati

Andrea Rosati

Difficile per Andrea Rosati – alle elezioni concorreva alla carica di sindaco con la lista civica ‘Prima Terni’, ma non è entrato in consiglio comunale – dare un giudizio sull’operato, fino a questo momento del sindaco Latini e della sua giunta comunale. «Latini mette molto impegno in quello che sta facendo. Sembra si stia dedicando sinceramente al bene della città, e questa potrebbe sembrare una cosa scontata, ma non lo è. Il fare bene dipende ovviamente non solo dalla volontà, ma anche dalla capacità e per uno che, come il nostro Latini, non credo abbia mai amministrato una società, questa capacità deve essere ancora dimostrata a pieno. Occorre ancora lasciare tempo al sindaco per fare esperienza anche perché i problemi che ora deve affrontare sono tanti». Quello di Rosati «è stato un impegno politico particolare, mi piace dire anche coraggioso. Infatti, nonostante alcuni inviti ricevuti, ‘Prima Terni’ ha preferito restare una vera lista civica, l’unica che non si è appoggiata ad alcun partito. Certamente vogliamo continuare, partendo dai candidati consiglieri e dai molti sostenitori che abbiamo avuto per creare un’associazione culturale/politica che raggruppi le forze sane e vitali della città per fare attività importanti, reali e utili. Ne abbiamo già in programma alcune».

Mariano De Persio

Mariano De Persio

Il sindaco Latini per Mariano De Persio, che alle elezioni concorreva alla carica di sindaco con il Partito comunista, ma non è entrato in consiglio comunale, «è stato ed è un nostro avversario. La nostra visione della città di Terni e della società in generale è diametralmente opposta alla sua; tuttavia, è difficile dare un giudizio a soli quattro mesi dal suo insediamento. Di sicuro nulla pare muoversi sul fronte delle politiche giovanili e non vediamo proposte serie per un rilancio del lavoro e dell’economia ternana. Qual è la posizione della giunta sulle vertenze Ast e Tubificio? Dove sono finite le promesse sul rilancio delle periferie? Anche sul fronte della sicurezza, punto forte della campagna elettorale di Latini, non si è fatto molto al di là della designazione di fantomatiche ‘zone franche’. Tanto rumore per nulla? Sì. In perfetta sintonia con il governo nazionale». Secondo De Persio, «qualsiasi suggerimento, così come tutte le promesse fatte in campagna elettorale, andrà inevitabilmente a scontrarsi con i vincoli imposti dal pareggio di bilancio. Se non si rompe questa gabbia, anche con forti atti dimostrativi, non è possibile avere a disposizione le risorse per poter governare la città e non ci sembra che Latini sia pronto a fare nulla su questo tema. Detto questo, un problema molto sentito dai ternani è quello della riqualificazione delle periferie, che a nostro giudizio va di pari passo con il tema della sicurezza. Noi comunisti esortiamo il sindaco a non prendere in giro i ternani spacciando per riqualificazione il rifacimento del manto stradale, la cura del verde pubblico, oppure misure repressive di corto respiro. Occorre coinvolgere i cittadini e condurre un’analisi approfondita delle difficoltà esistenti nelle varie zone per riqualificare le aree degradate, sottraendole a chi delinque e restituendole ai ternani, garantendo così sia un miglioramento dei servizi che maggiore sicurezza». Infine Mariano De Persio parla del suo futuro nella politica: «Come abbiamo sempre detto, le elezioni sono per noi uno dei momenti dell’agire politico e non il suo scopo ultimo: una tribuna che ci consente presentare le nostre idee e i nostri programmi. In questo senso, continuo da comunista, come prima delle elezioni, ad esser impegnato direttamente nel sociale, più specificatamente attraverso l’impegno sui temi del lavoro, per dare un contributo all’avanzamento delle istanze e dei diritti dei lavoratori, che in questo momento attraversano una fase di drammatica compressione».

Piergiorgio Bonomi

Piergiorgio Bonomi

Si reputa soddisfatto Piergiorgio Bonomi, che alle elezioni concorreva alla carica di sindaco con Casapound, ma non è entrato in consiglio comunale, «di come sta lavorando il sindaco lLatini, conscio di tutte le difficoltà che ha davanti per colpa di 70 anni di sinistra e di moderati. Quello che mi sento di chiedere a questa amministrazione comunale è di uscire dal progetto Sprar, come già avvenuto ad esempio nel comune di Todi e di fare una ‘stretta’ sugli inceneritori». L’impegno politico di Bonomi «c’era, c’è e ci sarà. Ora si lavora in un clima più sereno e auspico che avere buoni rapporti porti a noi e alla città cose positive. Mi spiace non essere in consiglio al fianco del sindaco e della giunta, ma saremo dei fedeli alleati».

Emiliano Camuzzi

Emiliano Camuzzi

Sembra presto anche per Emiliano Camuzzi, che alle elezioni concorreva alla carica di sindaco con ‘Potere al popolo’, ma non è entrato in consiglio comunale, «commentare la nuova amministrazione comunale. Vorremmo avere più chiarezza sul debito pregresso e su come vorranno gestire le partecipate, ma aspettiamo il bilancio preventivo perché da lì si potrà capire come avranno intenzione di muoversi in futuro. Capisco che sono pochi i mesi da quando è in carica Latini e che sta lavorando in un ereditato disastro; non a caso la città ora è governata dalla Lega. Vedo che si stanno dando da fare, anche se delle prese di posizione da parte di alcuni esponenti delle Lega, sopratutto per quanto riguarda la sicurezza, ci inquietano non poco». L’impegno politico di Camuzzi comunque continua: «Noi non molliamo, anzi rilanciamo. Vogliamo stare nella città, sopra ai problemi e sopratutto a fianco dei quartieri popolari. ‘Potere al popolo’ c’è e porterà ancora il suo contributo alla città di Terni».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli