Terni, licei Angeloni: studenti tra trekking e coscienza ecologica

Partito il progetto legato al Pon che coinvolge le bellezze del territorio: tour tra Piediluco, Marmore, Cesi e gole del Nera

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‘Trekking a scuola: siamo nati per camminare’. Un’esperienza per visionare le bellezze del territorio ternano e vivere un’illuminazione silenziosa’: protagonisti 27 studenti dei licei Angeloni di Terni grazie alla partenza del progetto legato al Pon, il Programma operativo nazionale.

Di cosa si tratta: Cai, green e coscienza ecologica

Tra le professoresse protagoniste c’è Samuela Dolci. È lei a spiegare nel dettaglio di cosa si tratta: « Il 3 maggio, presso i licei statali Angeloni di Terni, grazie alla dirigente professoressa Patrizia Stilo, sotto la scrupolosa supervisione della professoressa Grazia Tamburini, il pon ‘Trekking a scuola: siamo nati per camminare’ è diventato realtà. Il progetto è stato ideato dalla vice preside professoressa Sandra Zacchi. La professoressa Elena Bartolini di scienze motorie è l’esperta formatrice, la sottoscritta Samuela Dolci tutor d’aula, Felice Triolo, Enzo Di Pillo, Franco Capitoli le guide Cai di Terni. Ma tutto ciò è stato possibile soprattutto grazie ai nostri volenterosi studenti, rispettivamente delle classi 1C, 1L, 1N, 2M, 3C, 3D, 3M, 4B, 4D, 4E, 4L, 5F. In totale ben 27 iscrizioni. Nelle uscite pomeridiane attraverseremo i luoghi magici del nostro territorio. Le cascate delle Marmore, le gole del Nera a Narni, il lago di Piediluco, le grotte di Cesi, la passeggiata lungo il fiume Nera a Terni. Camminare, per vivere una piacevole esperienza, immersi nello spirito dei luoghi magici del territorio circostante alla città di Terni. Ascoltarsi ed ascoltare, per un arricchimento cognitivo ed un benessere psicofisico in grado di saper sviluppare in sé stessi il valore della scoperta e della meraviglia. Soltanto essere immersi dentro la natura, possiamo assaporare i profumi, ammirare i colori che il grigio di certe giornate ci impedisce di scorgere. Un ringraziamento speciale è per il signor Alberto Carotti – spiega la Dolci – un eccellente accompagnatore che ci ha accolti e supportato durante l’escursione, al presidente associazione Piediluco Arte Lamberto Cola, al giornalista Rai signor Vittorio Cota, al gruppo Piediluco nel cuore che hanno collaborato per la riuscita dell’uscita trekking. Tutto ciò contribuisce inevitabilmente all’affermarsi di una nuova coscienza ecologica, per un mondo sempre più green». 

L’illuminazione silenziosa e il koan

La professoressa Dolci per spiegare l’esperienza si rifà anche all’Oriente: «Sul Koan Hakuin Ekaku, un monaco buddhista e maestro zen giapponese, lasciò scritto “Se prendete un koan e lo studiate senza sosta, la vostra mente morirà e le vostre intenzioni saranno distrutte. È come se davanti a voi ci fosse un abisso vasto e vuoto, senza un posto dove posare mani e piedi. Affrontate la morte e il vostro petto si sente come se fosse in fiamme. Poi, improvvisamente, si diventa tutt’uno con il koan e sia il corpo che la mente vengono abbandonati. Questo è noto come il momento in cui le mani vengono rilasciate sull’abisso. Poi, quando improvvisamente si ritorna alla vita, si prova una grande gioia di chi beve l’acqua e sa da solo se è calda o fredda. Stare seduti sul prato verde ed osservare il lago di Piediluco e la montagna dell’Eco, è la nostra pratica del koan, in una dimensione ecosofica. Un dialogo tra gli allievi e la natura, per giungere insieme ad un improvviso risveglio. Sentire se l’acqua è calda o fredda e provare una grande gioia. Non è illusione, ma illuminazione silenziosa, pura, senza contaminazione di pesanti pensieri. Lo zen basato sull’osservazione di Madre Terra, che comunica al corpo e alla mente, oltre le parole, in un dolce sentire. Il maestro Dahui Zonggao, della scuola di Linji, definì questo stato atteggiamento quietistico. Seduti, senza aspettative, shikantaza, azione gratuita, lasciando cadere il proprio Io, guardare il cielo e sapere che dietro alle nuvole c’è sempre il sole. L’ambiente, dolcemente selvaggio, evoca un ritorno alla spontaneità e alla natura originaria dell’uomo, per giungere all’acquietamento delle passioni e dei turbamenti interiori».

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