Terni, i magistrati ‘giudicano’ la città

La procura stila il bilancio sociale. Meno furti ma boom delle droghe. Intercettazioni ‘tagliate’. Liguori: «Saremo più veloci»

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Uno sguardo a 360 gradi sulla città, sul suo tessuto sociale ed economico, per capire – dal punto di vista della magistratura – cosa funziona e cosa può essere invece migliorato, sul piano giudiziario e non solo. Il primo ‘bilancio sociale’ della procura della Repubblica di Terni è stato tracciato sabato mattina dal procuratore capo Alberto Liguori. Un lavoro dettagliato, condotto grazie al contributo degli uffici giudiziari e della sezione di Terni di Confindustria Umbria, dedicato alla memoria del giudice Maurizio Santoloci, «che per primo seppe aprirsi alla società civile, servendola con autonomia e indipendenza».

‘BILANCIO SOCIALE’, PARLA IL PROCURATORE – VIDEO

I ringraziamenti Oltre a ringraziare i presenti – tutto il personale togato e non, le istituzioni, le forze dell’ordine, le associazioni di categorie e la Fondazione Carit con cui la procura ha avviato una proficua collaborazione – il procuratore Liguori ha rivolto il proprio pensiero agli studenti maturandi presenti in sala, definiti «i veri padroni di casa, il futuro nostro e dell’intera città, a cui dobbiamo assicurare le condizioni migliori per costruire qualcosa di importante».

Aumentano i fallimenti Si è poi entrati nel vivo degli argomenti, con una prima panoramica sulla giustizia italiana e ternana in particolare: «Nel nostro Paese – ha detto Alberto Liguori – il costo della giustizia è di un miliardo di euro l’anno, pari all’1% del Pil. Si tratta di un tema centrale ma non meno importante dell’efficienza del sistema. In Italia, in ambito civile, accusiamo un arretrato pari a 2.758.000 cause, superiore a qualsiasi altra nazione europea, ma non si può dire che i giudici non lavorino. L’indice di ‘smaltimento’ – fra cause nuove e pregresse – è fra i più alti, anche se la durata dei procedimenti civili si attesa su 532 giorni contro una media europea pari a 237. Una differenza abissale, da colmare, in un contesto in cui Terni opera al meglio delle proprie possibilità e in linea con i dati europei. Al dicembre del 2015 i processi civili pendenti, nella nostra città, erano 3.532 ed ora sono 3.186. La stessa durata delle cause è migliorata e a ‘costo zero’, visto che non ci sono stati nuovi ‘innesti’ di personale negli uffici. Il dato preoccupante, dal punto di vista socio economico, riguarda piuttosto l’incremento dei fallimenti (478 nel 2016 contro i 500 del 2016) che rendono l’idea delle difficoltà che la comunità sta affrontando».

Meno denunce Nel 2014 le iscrizioni nel registro delle notizie di reato erano state 5.158, nel 2016 sono state 4.487. «Diminuisce la domanda di giustizia – osserva il procuratore – ma non siamo diventati più ‘buoni’. Piuttosto hanno funzionato le manovre di depenalizzazione di alcuni reati che, come il mancato versamento dei contributi, hanno visto aumentare la soglia di punibilità in maniera significativa».

Focus ambiente Sul fronte perennemente critico delle condizioni ambientali del territorio, Alberto Liguori ha spiegato come «Terni è la terza provincia italiana, dopo quelle di Brescia e Taranto, per rischi ambientali. Nonostante ciò abbiamo registrato una flessione del 36% dei reati ambientali (131 nel 2016 contro i 202 del 2014, ndR) che si lega anche ad un impegno più adeguato delle forze di polizia che operano in questo specifico settore. È anche vero, però, che il legislatore ha studiato un meccanismo, che preferisco non aggettivare, per cui la maggior parte delle notizie di reato si risolvono in una sanzione pecuniaria e adeguando gli apparati tecnici delle aziende finite sotto la lente. E in questo modo il reato si estingue. A Terni stiamo studiando accuratamente i cicli produttivi delle imprese attraverso un nuovo metodo di lavoro che ci consentirà di capire se le realtà che operano in questo territorio siano sane o meno, dal punto di vista ambientale ma anche della sicurezza e della tutela dei lavoratori».

Furti in calo, boom delle droghe Fra i dati snocciolati dal procuratore nel ‘bilancio sociale’, riguardanti Terni, spiccano la drastica diminuzione dei furti (-16%) e in particolare quelli all’interno di abitazioni (addirittura -54% dal 2015 al 2016). Calano anche le rapine (-29%) e i reati contro la pubblica amministrazione (-14%). Di contro si registra un boom di procedimenti penali legati allo spaccio ed al traffico di droga: 114 nel 2014, 150 nel 2015 e 201 nel 2016. In pratica un incremento del 75%. «A Terni – ha detto Liguori – il sistema di prevenzione monitorato dalla prefettura funziona molto bene. L’impegno da parte nostra e delle forze di polizia deve essere incrementato nella lotta agli stupefacenti ma anche ai reati contro le fasce deboli – minori, donne e anziani – e di natura sessuale, cresciuti del 14,5% fra il 2014 e il 2016».

Le indagini preliminari Un ulteriore sforzo deve essere messo in campo, secondo il ‘numero uno’ di palazzo Gazzoli, nei tempi di definizione delle indagini preliminari. Se da un lato gli uffici della procura – che contano 8 magistrati, 10 vice procuratori onorari e 29 ‘amministrativi’ (contro i 39 previsti dalla pianta organica, ndR) – riescono ad affrontare al meglio tutta una serie di questioni, e lo dimostra la diminuzione sensibile dei procedimenti pendenti -, dall’altro qualcosa in più può essere fatto sul fronte della tempistica. «La durata media delle indagini preliminari, a Terni, è scesa da 305 giorni nel 2014 a 269 nel 2016. Riteniamo che questa fase si possa ridurre di almeno altri 90 giorni e in questo senso il nostro sforzo sarà massimo. Allo stesso modo è importante sottolineare come nel tempo siano cresciuti i procedimenti definiti entro i primi sei mesi dalla notizia di reato».

La durata del processo La lentezza è forse il principale tallone d’achille del sistema-giustizia in Italia, dove il processo di primo grado dura in media 386 giorni contro una media europea di 133. A Terni l’ufficio-gip ha fatto registrare miglioramenti (502 giorni nel 2014 e 340 nel 2016), così come il collegio giudicante (da 738 a 688 giorni). Meno bene il monocratico che è passato da 433 giorni nel 2014 a 499 nel 2016. «Ma queste performance – ha osservato Liguori – sono state garantite nonostante l’assenza di ‘innesti’ sul fronte del personale».

‘Taglio’ alle intercettazioni «In passato è stato fatto un abuso di intercettazioni telefoniche e ambientali – ha spiegato il procuratore capo – con modesti risultati sul piano investigativo e costi troppo alti. La nostra linea è diversa e dà spazio non solo alle indagini ‘tradizionali’, ma anche allo studio dei tabulati telefonici, decisamente meno costosi». E gli effetti si sono visti: la spesa per le intercettazioni è crollata (1.319.000 euro nel 2014, 288.000 nel 2015 e 336.000 nel 2016) con conseguenti benefici per le ‘casse’ della procura. Le spese complessive sono passate da 2.223.000 euro nel 2014, a 755.000 nel 2015 e 935.000 nel 2016. Cifre che si riflettono anche sui costi medi dei procedimenti penali, decisamente ridotti rispetto al passato.

Il futuro Fra i progetti avviati dalla procura ternana c’è quello, sostenuto dalla Fondazione Carit, relativo alla digitalizzazione dei fascicoli. Dallo scorso 12 gennaio la novità ha trovato concreta attuazione e ora dovrà essere estesa a tutti gli uffici che ricadono sotto la competenza del distretto di Terni. Ma il procuratore Liguori ha anche operato per ripristinare il servizio istituzionale delle sezioni di polizia giudiziaria (polizia di Stato, carabinieri e finanza) così come il servizio ‘affari semplici’, con conseguenti benefici organizzativi e funzionali. Altre iniziative verranno attuate in futuro, partendo da alcuni assunti: «Nel nostro lavoro – ha concluso Alberto Liguori – dovremo essere sempre più capaci di garantire tempi accettabili, qualità e trasparenza. Un impegno che io e tutti i sostituti ci assumiamo con umiltà, consapevolezza e orgoglio di appartenenza».

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