Terni: in peritonite al 7° mese di gravidanza. I medici salvano lei e il piccolo

Il 13 novembre operata d’urgenza. Due mesi dopo dà alla luce il bimbo. L’ospedale: «Secondo intervento del genere in dieci anni»

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La mattina dello scorso 13 novembre, alla 32° settimana di gravidanza, era stata operata d’urgenza all’ospedale di Terni per una peritonite acuta, con tutti i rischi del caso per lei e per il piccolo che portava in grembo. A distanza di quasi due mesi, mercoledì 11 gennaio, la donna – una 35enne – ha dato alla luce il figlio con parto naturale. Il bimbo è sano e dal ‘Santa Maria’ spiegano perché l’intera vicenda rappresenti un caso di eccellenza sanitaria.

Un quadro complicato

All’arrivo al pronto soccorso di Terni, il 13 novembre, il quadro della donna era di addome acuto, con dolori addominali associati a nausea e vomito. In quella sede era emersa la diagnosi di peritonite acuta da sospetta appendicite. «Immediatamente – spiega l’ospedale in una nota – veniva deciso l’intervento chirurgico in urgenza, in relazione al quadro potenzialmente evolutivo e che poteva compromettere in maniera anche grave le condizioni sia della gestante che del feto. La priorità era quella di evitare complicanze infettive gravi alla paziente e al feto e, allo stesso tempo, la potenziale necessità, contemporanea, di un parto cesareo eseguito su un feto ancora prematuro».

I rischi e l’appendicectomia

«L’età gestazionale della paziente – prosegue l’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ – era infatti fisiologicamente gravata da una immaturità polmonare del feto, condizione con elevata mortalità neonatale sia nel periodo peri partum che post partum. La paziente era stata valutata anche dal personale del dipartimento materno-infantile e, una volta accertato che il battito fetale fosse presente e valido, veniva tempestivamente trasferita in sala operatoria per essere sottoposta all’intervento previsto».

L’intervento e il team multidisciplinare

L’intervento chirurgico è stato eseguito dai chirurghi Alessandro Spizzirri e Francesca Pennetti Pennella (struttura semplice dipartimentale di chirurgia colon-proctologica, diretta dal dottor Marco Coccetta), coadiuvati dalle ginecologhe Marialida Graziano e Alessandra Cavalli (struttura complessa di ostetricia e ginecologia diretta dal dottor Leonardo Borrello). «Per garantire il massimo comfort e sicurezza alla mamma e al feto – spiega l’ospedale di Terni – l’intervento è stato eseguito in anestesia generale, sulla base delle più aggiornate linee guida, dal dottor Andrea Colasanti (appartenente al gruppo della parto analgesia del dottor Giuseppe De Masi) e dalla dottoressa Francesca De Santis (struttura complessa di anestesia e rianimazione diretta dalla dottoressa Rita Commissari), con monitoraggio continuo dei parametri della paziente e del feto».

Bene l’intervento e il recupero

«Alla presenza dei direttori delle strutture suddette – prosegue la nota – l’intervento si è avvalso inoltre della fattiva collaborazione del neonatologo e della responsabile della terapia intensiva neonatale, dottoressa Federica Celi, personale infermieristico della sala operatoria di chirurgia e della ginecologia-ostetricia e del personale ostetrico in turno. Il decorso post-operatorio è stato regolare, con rapido miglioramento delle condizioni cliniche generali e ostetriche della paziente che è stata dimessa in quarta giornata post-operatoria in ottime condizioni psicofisiche. La rapida dimissione ha permesso alla paziente di trascorrere in tranquillità la restante parte della gravidanza nella sua abitazione».

Il parto, la gioia e la riflessione: «Terni ha un ospedale eccellente, da proteggere»

Mercoledì pomeriggio il lieto evento: la donna ha dato alla luce, con parto naturale, un maschietto. Chiara la soddisfazione espressa dall’azienda ospedaliera ternana: «Questo intervento – il secondo caso al ‘Santa Maria’ in dieci anni – ha rappresentato un ulteriore e grande esempio di collaborazione multidisciplinare tra chirurgo, ginecologo, neonatologo, anestesista e personale del comparto infermieristico ed ostetrico al servizio della salute dei pazienti. La medicina si evolve di continuo in tutti i suoi ambiti scientifici e tecnologici, aprendosi sempre più ad approcci clinici integrati, sia diagnostici che terapeutici. La professione medica è chiamata ad affrontare sfide complesse e per affrontarle è necessario fornire al lavoro quotidiano con solide basi di crescita culturale, di formazione e di aggiornamento, con l’obiettivo di una piena espressione e implementazione delle competenze, in interazione tra le varie discipline. Il caso in oggetto – è la conclusione – rappresenta ancora una volta un esempio di elevata professionalità e competenza, fondamentali in ambito sanitario e che sono garantite anche in momenti come questo, critici per le note difficoltà che i professionisti sanitari e amministrativi hanno dovuto e devono tuttora fronteggiare salvaguardando la qualità e la sicurezza delle cure. L’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ rappresenta, in tal senso, un’eccellenza del nostro territorio da salvaguardare e proteggere».

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