Terni, inceneritore: crescono le paure

La Uiltrasporti sulla scia del M5S: «Si sta pensando di autorizzare Acea a speculare e fare affari sulla pelle dei cittadini ternani»

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Crescono la tensione e l’allarme intorno generati dalla notizia – diffusa dal M5S – secondo la quale il 18 agosto, in Provincia, si svolgerà una conferenza dei servizi nel corso della quale si dovrebbe prendere in esame «la nuova istanza di Autorizzazione integrata ambientale, procedura coordinata Aia-Via, in cui fra le varie si chiede di poter bruciare 30 mila tonnellate in più di frazione secca dei rifiuti solidi urbani», presentata da Acea.

Il sindacato Fabio Pecorari, segretario di Uiltrasporti Terni e Stefano Cecchetti, segretario generale di Uiltrasporti Umbria dicono che è «incomprensibile, oltre che inaccettabile, sarebbe la scelta di smaltire attraverso il termovalorizzatore Acea di Terni i rifiuti romani e laziali», perché «mentre la giunta regionale dell’Umbria ha provveduto ad adottare le modifiche al Piano regionale dello smaltimento rifiuti, in cui si abbandona in via definitiva la strada che portava allo smaltimento finale tramite incenerimento, per la produzione di Combustibile solido secondario da inviare a impianti limitrofi alla nostra regione, oggi sovradimensionati per effetto della crescita di raccolta differenziata; a Terni si sta pensando di autorizzare Acea a speculare e fare affari sulla pelle dei cittadini ternani».

La speculazione Secondo Uiltrasporti «si va oltre la solidarietà territoriale nei confronti dei cittadini laziali. Qui si tenta solo di guadagnare soldi. Roma Capitale non possono pagarla gli umbri e i ternani, quindi ci associamo a chi grida ‘no’ con convinzione assoluta. Chi decidesse di autorizzare – avvertono Pecorari e Cecchetti – si caricherebbe inevitabilmente di una grande responsabilità, oltre che dal punto di vista ambientale, anche morale, complice di chi sembrerebbe già avere ‘incassato’ illegalmente tanto».

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