Terni, la spesa di notte fa bene al business

Da un anno un supermercato ternano è aperto 24 ore su 24 e le cose vanno bene. Per chi ci lavora, però, non è una festa

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di Alessandra Vittori

La macchina percorre rapida via Bramante. Gli occhi abituati al buio, all’improvviso, vengono risvegliati da una luce rossa e blu. È l’insegna del Carrefour che brillante richiama i clienti. I ritardatari, chi torna dalle vacanze, i ragazzi assetati, chi non ha tempo durante il giorno, ma anche chi sceglie di fare la spesa di notte.

Carrefour1Esperienza nuova Entro nel punto vendita. La luce dei neon pervade le corsie in cui si perdono donne, uomini, anziani e bambini. La musica li accompagna mentre decidono cosa comprare, mentre svegliano quelle scatole di biscotti che ordinate, dalla più ‘vecchia’ alla più ‘giovane’ aspettano di essere portate a casa da qualcuno. Fare la spesa di notte così diventa un’esperienza, un momento di socializzazione in un luogo in cui si perde ogni ordine sociale e che diventa posto di aggregazione.

I clienti Un papà con una bambina dai lunghi capelli biondi sulle spalle balla, mentre la mamma, con il fratellino, sceglie tra infradito e asciugamani. Mi raccontano che sono appena tornati dal mare, sono stati in vacanza nell’Adriatico. L’indomani partiranno di nuovo. La meta è l’Argentario così hanno approfittato del supermercato aperto 24 ore su 24 per fare gli ultimi acquisti. Nascosto tra gli scaffali mezzi vuoti della frutta e verdura c’è un uomo che con un pacco di pannolini sotto braccio squadra perplesso una confezione di banane. «Vengo spesso a fare la spesa di notte. Ho un figlio piccolo e di giorno non ho quasi mai tempo. A casa manca sempre qualcosa e avere la possibilità di uscire a prendere quello che serve a qualsiasi ora mi fa molto comodo. E poi c’è la carta ‘Payback’, perciò ogni volta che posso scelgo questa catena di supermercati».

LE FOTO DI UNA NOTTE QUALSIASI

Carrefour6Le casse La guardia si allontana dalle casse e prende un pezzo di focaccia. La seguo. Paziente si mette in fila e dietro di lui iniziano ad ‘affastellarsi’ i clienti. La famiglia ha preso tutto il necessario per il viaggio sul Tirreno, una mamma ha comprato un camion giocattolo al suo bambino, dei ragazzi sono fila con le birre. Il cassiere batte i prezzi più veloce che può, ma la coda aumenta. Arriva in ‘soccorso’ il responsabile che per questa notte è di turno.

Turni notturni Nell’orario notturno a lavorare alle casse sono in due: un cassiere fisso quattro giorni a settimana e un responsabile. Nei giorni in cui il cassiere non c’è il turno spetta a due responsabili che sono impiegati Carrefour. Il ragazzo invece è dipendente di un’agenzia interinale. «Prima lavoravo per un’altra azienda – dice il cassiere – ma facevo turni troppo pesanti. finivo per lavorare 13-14 ore al giorno. Cercavo qualcosa di meno pesante. Il mio turno inizia alle 22,30. Da quell’ora le ragazze escono e per la notte siamo solo uomini. Ora è un mese che lavoro qui e mi sto trovando bene. Non mi lamento dello stipendio. Per fortuna c’è ancora qualcuno che paga!».

Carrefour8Gli scaffalisti In quest’atmosfera ovattata tipica delle luci al neon, in questa bolla però non lavorano solo uomini. Dalle 22,30 le donne le troviamo nascoste tra le corsie mentre aprono scatoloni pieni di pacchi di pasta e cambiano l’ordine dei pacchi delle merendine in base alla scadenza. A gestire il lavoro degli scaffalisti notturni non è direttamente l’azienda francese. I contratti di lavoro a 6 mesi sono gestiti da una cooperativa, la Jonica. Quattro ore a notte per quattro giorni a settimana è lo standard, ma molto spesso succede che le ore diventino 5, 6, 7… «Dipende tutto dai colli da sistemare», mi dice una ragazza. «Se poi ci sono anche le offerte il lavoro è ancora di più». I ragazzi della cooperativa lavorano in blocco, sono in tutto sei: tre uomini e tre donne.

Carrefour10Lavoro duro Quello che devono fare è un lavoro stancante che spezza la schiena: scaricare merci da sistemare facendo su e giù tra scaffali alti e bassi, piegarsi sulle ginocchia e poi rialzarsi e allungarsi per arrivare agli scaffali più alti. Non è raro che dopo qualche giorno i ragazzi si licenzino o che non accettino una volta fatto il colloquio. «Prendiamo 5,25 euro netti l’ora. Quando ho iniziato io – continua a raccontarmi la ragazza – eravamo in 8, ma due se ne sono andati. Lavoriamo lunedì, mercoledì, venerdì e sabato. Tutti in blocco, corsia dopo corsia». Rimane indietro rispetto agli altri per finire di sistemare il tonno al naturale. Una, due, tre confezioni ed è pronta per raggiungere gli altri. È arrivato il momento della pasta. Le chiedo se riesce a fare un altro lavoro di giorno perché come la definisce lei la paga “è un furto”. «Ho lavorato per qualche tempo nel locale del mio ragazzo – dice la ragazza – ma ho smesso. Con questo lavoro fatichi di notte e dormi di giorno, facendone anche un altro finisci per non dormire più, ma di questi tempi si prende quello che c’è».

L’esperimento Dalla primavera del 2015 in Italia sono circa 100 i supermercati con orario ‘no stop’. La francese Carrefour è stata la prima, e per ora l’unica azienda, a estendere in modo sistematico l’apertura a tutta la notte, a partire dalle città più grandi – Torino, Bologna, Milano, Roma – fino ai centri di provincia. A Terni l’esperimento è iniziato il 2 luglio del 2015 e a poco più di un anno di distanza il punto vendita si dichiara soddisfatto.

Carrefour4Il fatturato ternano «Il fatturato – dice il responsabile – è aumentato tantissimo. Non solo quello notturno, ma anche quello diurno. La domenica è il giorno in cui incassiamo di più. Inizialmente pensavamo che il supermercato che ha aperto sulla Variante poteva darci qualche problema, invece stiamo andando benissimo. Dando la possibilità di fare la spesa a tutte le ore i clienti sono aumentati. Si è creata una fidelizzazione».

I sindacati Ma Claudio Aureli e Desirée Marchetti della Filcams Terni non sono della stesa opinione. Secondo loro il fatturato è aumentato, ma questo non è dovuto all’apertura notturna. Un’apertura che si fa solo sulla pelle dei lavoratori, senza che effettivamente porti benefici all’azienda. «Siamo contro questa liberalizzazione perché ‘La festa non si vende’». Ed è questo lo slogan che rilanciano ad ogni apertura nei giorni superfestivi come il 25 aprile o il primo maggio. «Bisogna cercare di impedire le aperture prima che i clienti si abituino e cercare di tutelare i lavoratori – continua la Filcams – anche perché questo voler stare aperti sempre non ha fatto altro che far sparire le vecchie piccole botteghe favorendo la grande distribuzione e porta alla schizofrenia dei rapporti contrattuali. Le stesse figure hanno contratti diversi. Gli scaffalisti che lavorano di giorno hanno contratti con l’azienda mentre quelli notturni hanno contratti con la cooperativa. Stessa cosa vale per i cassieri. Di giorno dipendenti Carrefour e di notte dipendenti di un’agenzia interinale».

Il fatturato globale L’aumento di fatturato nel ternano è in linea con l’aumento del fatturato globale di Carrefour. Infatti, solo nel primo trimestre 2016 il fatturato mondiale è aumentato del 5 per cento, superando i 20 miliardi di dollari. Ma il successo maggiore sembra che l’azienda l’abbia raggiunto proprio in Italia. Il fatturato del nostro paese, infatti, insieme alle entrate brasiliane, riesce a contenere le perdite che l’azienda deve affrontare nel suo paese d’origine, la Francia. Questa liberalizzazione totale della grande distribuzione risale al 2012: al decreto ‘Salva Italia’ del governo Monti.

I confrontiRapporti a confronto E se un rapporto Federdistribuzione del 2014 registra solo vantaggi perché i clienti vogliono poter fare la spesa sempre, un’inchiesta Filcams-Cgil, pubblicata a gennaio 2016, è di segno quasi opposto. Ancor più distanti però sono i pareri sull’aumento delle vendite. Secondo la Federdistribuzione, infatti, le aperture domenicali sono state di sostegno ai fatturati, ma secondo i sindacati questa è una sperimentazione limitata che mette in difficoltà solo i piccoli punti vendita, senza arginare il problema più grande che è quello degli acquisti online.

I vantaggi delle aperture notturne Le corsie dei supermercati da mezzanotte alle otto del mattino sono quasi deserte. Ma bisogna sottolineare come dalle 20 alle 24 ci siano clienti. Questo non è un dato ininfluente perché anche se gli acquirenti sono pochi sono comunque clienti in più, quindi ricavi. Infatti i costi per l’azienda sono molto limitati: il personale aggiuntivo è pochissimo (un responsabile, gli scaffalisti e l’addetto della sicurezza ci sarebbero comunque). In più c’è il vantaggio della fidelizzazione: se il punto vendita diventa un punto di riferimento anche alle 4 di notte, i clienti torneranno anche di giorno.

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