Terni: lei lo lascia e lui non le dà tregua. Condannato a 4 anni, anche per violenza sessuale

La sentenza riguarda un 34enne dello Spoletino. Risarcimento di 30 mila euro alla persona offesa

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Quattro anni e dieci giorni di reclusione con il riconoscimento delle attenuanti generiche. Questa la pena inflitta dal tribunale di Terni con le modalità del rito abbreviato – gup Chiara Mastracchio – ad un 34enne dello Spoletino, accusato di atti persecutori e violenza sessuale nei confronti dell’ex compagna, una donna di 33 anni residente nel Ternano. Sostanzialmente accolta la richiesta formulata in aula dalla pubblica accusa – quattro anni e due mesi di reclusione – con la sentenza che ha visto riconoscere alla persona offesa, costituitasi parte civile attraverso l’avvocato Alessandra Granati del Foro di Roma, un risarcimento di 30 mila euro. I fatti oggetto del processo, finiti sotto la lente della procura di Terni con le indagini condotte dall’Arma dei carabinieri, risalgono al 2023. Fra i due c’era una relazione sentimentale: quando la giovane aveva deciso di troncarla in ragione delle condotte sempre più possessive del compagno, la situazione era precipitata. Così erano iniziati – ricostruisce l’autorità giudiziaria – pedinamenti, messaggi densi di offese e minacce anche via social, appostamenti anche sul luogo di lavoro della vittima, perfino inseguimenti in auto con tanto di sorpassi azzardati. Le ‘incursioni’ avrebbero riguardato anche luoghi dove la 33enne trascorreva del tempo libero con gli amici, come era accaduto in un locale dove era stata bersagliata da insulti di ogni tipo, e la stessa abitazione: una volta l’uomo era riuscito ad introdursi in casa, lei si era chiusa in cucina e solo l’intervento dei carabinieri – con l’ex compagno nel frattempo allontanatosi – aveva riportato un po’ di tranquillità. Secondo quanto denunciato dalla donna e acquisito dagli inquirenti, durante il periodo finale della relazione c’erano stati anche episodi ancor più gravi. Nella fattispecie rapporti sessuali contro la volontà della giovane, costretta a subirli per evitare conseguenze peggiori, in un quadro tale da configurare l’ipotesi di violenza sessuale. Il riconoscimento delle attenuanti generiche – con le motivazioni della sentenza che verranno depositate entro i prossimi 60 giorni – potrebbe essere legato all’incensuratezza dell’imputato, ma anche alle scuse porte pubblicamente in aula nell’udienza precedente a quella della sentenza e al percorso terapeutico che sta seguendo presso una struttura della Usl Umbria 2.

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