Terni, letti in corsia: proteste e risposta

Nell’ultimo weekend sono ricomparsi al ‘Santa Maria’. Parla il direttore sanitario De Fino: «Nessuna criticità ma da soli non ne usciamo»

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Il problema è noto, ‘antico’ ma periodicamente – come nel fine settimana appena trascorso – torna a riproporsi con tutti i fastidi connessi. Parliamo del fenomeno dei letti in corsia, segnalato da un lettore di umbriaOn presso la clinica medica dell’ospedale ‘Santa Maria’: «Mancano i posti letto – osserva – e le conseguenze sono la mancanza di riservatezza per i pazienti e di rispetto per la dignità umana. Speriamo che la politica regionale sia in grado di affrontare e risolvere questa vergogna».

«Massima attenzione»

La risposta arriva dal direttore sanitario dell’azienda ospedaliera ternana, Massimo De Fino: «In questi giorni ci sono dei letti che vengono appoggiati in corridoio temporaneamente e che nel giro di poche ore, mano a mano che si effettuano le dimissioni, vengono ricollocati in camera. Ma ci sono anche giornate, come ieri, in cui in molti reparti c’erano camere libere. Al momento quindi, pur mantenendo altissima l’attenzione, non possiamo parlare di vera criticità».

«Non possiamo risolverlo da soli»

«Ma quello che è importante capire – osserva De Fino – è che il fenomeno dell’iperafflusso di pazienti dal pronto soccorso e dei letti soprannumerari, non è un problema che l’azienda ospedaliera può risolvere da sola. Anzi, nel limite dei posti letto disponibili, che è un dato oggettivo imprescindibile, l’azienda ha già attivato tutti gli strumenti possibili per una gestione efficiente dei ricoveri e delle dimissioni, anche attraverso la procedura di predimissione nella discharge room, la Centrale unica di ricovero e la figura di una ottimizzatrice che garantisce il monitoraggio costante dei flussi».

Il dialogo con la Usl

«E’ necessario comunque potenziare l’integrazione ospedale-territorio – conclude il direttore sanitario – e rafforzare quindi la collaborazione con la Usl Umbria 2, al fine di individuare percorsi appropriati di presa in carico del paziente post-acuto, nelle reti territoriali quali quelle riabilitative, residenziali e di assistenza domiciliare. In tal senso sono stati già attivati tavoli tecnici interaziendali per massimizzare l’efficacia e l’efficienza dei percorsi nei limiti delle risorse ad oggi disponibili».

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