Terni, lotta al diabete: «Ottimi risultati»

Il Santa Maria è stato il primo ospedale in Italia a sperimentare il sistema di telemedicina su pazienti diabetici ‘complessi’

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Barberini - Di Girolamo - Parisi

Barberini – Di Girolamo – Parisi

di F.T.

Meno ricoveri ma anche un’assistenza più accurata e meno disagi per i pazienti diabetici ‘complessi’, oncologici ed enco ematologici: è decisamente positivo il bilancio della sperimentazione di telemedicina ‘Doctor Plus’ avviata un anno fa dall’azienda ospedaliera Santa Maria su un campione di 70 persone. I risultati del progetto, il primo avviato in Italia su pazienti ‘complessi’, sono stati illustrati dal dottor Giuseppe Fatati, direttore della struttura di diabetologia dell’ospedale di Terni, e dal direttore generale del Santa Maria, Andrea Casciari.

TELEMEDICINA: PARLA GIUSEPPE FATATI

La patologia Si calcola che, solo in Italia, i pazienti diabetici siano oltre 3 milioni. Una cifra che già nel 2020 potrebbe superare i 4 milioni, con conseguenze pesanti sul piano sociale e della qualità della vita. Complicazione e ospedalizzazioni sono la diretta conseguenza di una patologia che può comportare gravi problemi cardio circolatori e danni agli organi vitali. Per contrastare il diabete, oltre alla prevenzione, sono fondamentali una diagnosi tempestiva e le successive cure, accompagnate da un monitoraggio continuo dei parametri del paziente: dal profilo glicemico all’alimentazione, dal peso alla pressione arteriosa.

La sperimentazione Partendo da questi presupposti, l’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni ha avviato, un anno fa, la sperimentazione di un sistema di monitoraggio domiciliare per pazienti ‘complessi’ affetti da diabete. Un servizio che coinvolge medici e infermieri, coadiuvati da una centrale operativa che fa capo al servizio in remoto ‘Doctor Plus’, attivo tutti i giorni dalle 12 alle 24, ad esclusione dei festivi. Il coordinamento del progetto è stato affidato al dottor Giuseppe Fatati, coadiuvato da due diabetologi.

Come funziona Settanta i pazienti coinvolti nella sperimentazione avviata nell’agosto del 2014. Ognuno di loro è stato dotato di una bilancia, un glucometro e uno sfigmomanometro per la trasmissione dei dati relativi a peso, glicemia e pressione. Dati clinici che vengono costantemente monitorati dagli infermieri della centrale di ascolto ‘Doctor Plus’, a cui spetta il compito di fornire immediata assistenza telefonica, segnalando ai medici qualsiasi valore anomalo rispetto a quelli riportati nel protocollo di servizio.

L’ospedale «I numeri ci dicono che questo servizio – ha spiegato il direttore generale Andrea Casciari -, oltre ad essere gradito dai pazienti, comporta alcuni benefici diretti. Dal miglioramento della qualità assistenziale, con i pazienti che vengono gestiti in tempo reale da professionisti, alla riduzione dei disagi per quei malati oncologici che non devono più raggiungere l’ospedale a fronte di qualsiasi minima anomalia. Non ultimi, poi, i riflessi sull’organizzazione aziendale. Dall’attivazione del progetto di telemedicina abbiamo riscontrato una diminuzione degli accessi al pronto soccorso per codici ‘bianchi’, così come delle prestazioni ambulatoriali non programmate e, infine, dei ricoveri ospedalieri. I dati sono incoraggianti – ha aggiunto Casciari – e credo che la strada tracciata con la diabetologia sia in linea con la necessità di ottimizzare i percorsi di cura per ‘acuti’ e ‘cronici’. Valuteremo come potenziare questo servizio, attivando altre aree aziendali e raccogliendo le esperienze dirette dei pazienti».

Il luminare Giuseppe Fatati, direttore di una struttura di diabetologia, quella di Terni, che ogni anno segue oltre 7 mila pazienti provenienti anche dalle regioni limitrofe, ha individuato il senso del progetto: «Il nostro compito non è solo quello di curare, ma dobbiamo ‘prenderci cura’ del paziente che è al centro di un percorso ben preciso». Sono state in totale 12.426 le rilevazioni effettuate in un anno attraverso Doctor Plus, con 2.498 allarmi per ‘ipo’ o ‘iper glicemia’ di cui 515 ‘rossi’ – ovvero di gravità maggiore – tutti gestiti a domicilio con intervento diretto dello specialista e senza ricorrere al pronto soccorso. L’età media dei pazienti coinvolti è di 63 anni e il 53,7% sono donne, alcune delle quali affette da diabete gestazionale. «Oltre alla soddisfazione dei pazienti – ha spiegato il dottor Fatati -, decisamente elevata, abbiamo riscontrato un’evidente efficacia terapeutica, con oltre il 10% degli assistiti – 30% nel caso di pazienti del pronto soccorso – che ha fatto registrare un miglioramento significativo del trend glicemico».

Plauso Conclusioni condivise appieno da tutti gli intervenuti alla presentazione: dall’assessore regionale alla sanità Luca Barberini, al sindaco Leopoldo Di Girolamo, dal direttore sanitario dell’ospedale Leonardo Bartolucci al direttore della struttura complessa di pronto soccorso Giorgio Parisi.

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